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Great vegan e gluten free vegan eats. Di Allyson Kramer. Edito da Fairwindspress. Nuovi orizzonti e una ricetta con il ‘brown sugar’.

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E niente, trovi un ricettario interamente dedicato a ricette vegan e gluten free… puoi mica lasciarlo lì sullo scaffale della libreria, che scherzi?

L’autrice è Allyson Kramer, la stessa del seguitissimo blog manifestvegan.com. Grandi foto a colori per un ricco menù che prevede oltre cento ricette, suddivise tra colazione, primi piatti, zuppe e insalate, contorni e snack, dolci e bevande.

allyson-kramer-manifest-vegan2

Dopo averlo portato a casa mi sono ritrovata a provare una ricetta.. poi un’altra..  alla scoperta di un nuovo mondo: l’America! Sì perchè molti ingredienti richiamano una certa ammeriganità… e allora vai di Xantan gum (facilmente sostituibile in molte preparazioni con lo Psyllio), burro di noccioline, brown sugar (più sotto trovate la spiegazione, se già non lo conoscete!) e altri ingredienti che solitamente non uso, ma che non sono difficili da reperire :-)

Poi non ho ancora capito come sia potuto succedere… Allyson Kramer ha fatto la magia: mi ha convinta ha usare la farina di semi di lino mischiata ad acqua come collante. E io che ero convinta sostenitrice dello sciroppo di riso come il miglior sostituto delle uova dell’intera galassia, sono rimasta di sasso. I semi di lino polverizzati non solo funzionano, ma non lasciano nessun retrogusto strano! Insomma, Allyson ha fatto sì che allargassi i miei orizzonti.

Ma non finisce qui. Mi ha portato nel magico mondo di un ingrediente tutto americano, sto parlando del brown sugar!

Ecco, io pensavo si trattasse di semplice zucchero di canna.

Distrattamente ho inserito ‘brown sugar’ nel traduttore automatico che uso di solito per decifrare i ricettari in inglese e con mia grande sorpresa ho scoperto che in realtà si tratta di un mix, composto da 1 parte di melassa e 10 parti di zucchero raffinato (light brown sugar) oppure in rapporto 2:10 (dark brown sugar).

A proposito ho trovato un interessante articolo sul blog www.unamericanaincucina.com, che vi segnalo!

Nella ricetta dei butterscotch amaretti che condivido qui oggi, tratta da Great gluten free vegan eats, ho voluto però provare una versione un po’ meno zozza del brown sugar originale, ovvero utilizzando zucchero di canna integrale bio (mascobado) al posto dello zucchero raffinato. #dadomanicomunquedieta

foto 4(2)

Ricettina?

(per 36 biscotti)

3 tablespoons (21 gr) farina di semi di lino bio;

6 tablespoons (90 ml) acqua;

3 cups (300 gr) farina di mandorle bio;

1/2 teaspoon (1 presa generosa) sale fino integrale bio;

1 cup (200 gr) zucchero integrale di canna bio (io uso Mascobado) bio;

1/2 cup (115 gr) light brown sugar*;

amaretti_vegan_glutenfree

Ho acceso il forno a 150°C.

Ho mischiato la farina di semi di lino, ottenuta polverizzando i semi di lino, con l’aqua. Ho atteso 5 minuti. Intanto ho mischiato la farina di mandorle, ottenuta polverizzando delle mandorle sgusciate, con sale e lo zucchero.

Ho poi preparato il light brown sugar mescolando 1 parte di melassa bio con 10 parti di zucchero integrale di canna.

Ho aggiunto il light brown sugar al resto degli ingredienti e mescolato energicamente nel mixer, fino a ottenere un composto piuttosto denso e colloso, che ho distribuito con un cucchiaio su della carta forno, formando 36 cerchi.

Ho infornato e atteso 30 minuti.

Il sapore e la consistenza di questi biscotti mi ha conquistata, aspetto curiosa i vostri commenti!!!!

foto 2(2)

dettaglio

foto 1

Con questa recensione partecipo al Giovedì del libro di cucina promosso da Annalisa, di passatotralemani.wordpress.com, condiviso dal gruppo FB Genitori Veg.

Siete già andati a trovarla?

 

 


Di buoni propositi (alcuni veri, altri fuffa), 20 libri + 1, autoproduzione di kombucha e una ricetta RAW

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quadernino sogni

Ogni anno, come sapranno gli aficionados, mi ostino a fare una lista di buoni propositi. Alcuni fattibili. Altri no. Eppure io continuo a segnarli in quel quadernino a fiori blu. Tra questi ce ne sono un paio che definirei ‘gli intramontabili’ (e altrettanto ‘insormontabili’). Tipo ‘praticare regolarmente uno sport’.

AHAHAHHAHAHAHAH

AHAHAHHAHAHAHAH

Vabbeh, ho ancora 11 mesi. Intanto ho adottato una nuova strategia. Niente iscrizioni a corsi, palestre… questa volta non ci casco! Con un modico investimento (6 euro e 99 cent!!), ho acquistato un DVD di GAG (Gambe Addominali Glutei). Vediamo se così aggiro l’ostacolo (l’ostacolo sono sempre io, tra l’altro!). Ma non potevo pensarci prima?

bridget_jonesInsomma, non ho bisogno di uscire, al freddo, sotto la pioggia, mollare il teporino di casa ed avventurarmi là fuori. Non mi devo nemmeno depilare per forza, che sennò negli spogliatoi mi tocca fare contorsionismi per non far fuoriuscire centimetri di pelliccia (la mia) invernale… No, posso stare in pigiama, o indossare quello che mi pare, struccata, saltellare senza dover trattenere la panza. Basta prendere il telecomando e schiacciare PLAY, per dare inizio a un’ora di piegamenti e saltellini forennati, che anche se sono scomposta chissenefregadituttosìììì… Poi, avete visto in questi video che po’ po’ di ambientazioni? In quello che ho comprato c’è una specie di Barbie sorridente che fa esercizi (oh, non smette un minuto di sorridere) su una spiaggia caraibica. Poi la scena si sposta su un laghetto incantato del Canada. Maledetta Barbie sorridente.

crediciComunque. Tutto questo, del video dico, fa molto anni ’80. Almeno quanto il frisè, gli scaldamuscoli e la lacca per capelli. Ora, ho trovato qualche altra pazza sostenitrice di questo progetto… sento che insieme svolteremo!!

anni-80Ma veniamo agli obbiettivi più fattibili (meno male che ci sono anche loro, sennò ciaociao autostima), tra questi il mio preferito è senz’altro voler leggere di più.

Con grande gioia sono venuta a conoscenza di un’iniziativa del Corriere della Sera, che si chiama #StoriediCucina. Si tratta di 20 avventure culinarie per celebrare il grande amore fra scrittura e buona tavola.storiedicucina Tra le uscite di febbraio ce n’è una di cui ho già parlato qui, Afrodita, di Isabel Allende, da cui ho tratto ispirazione per una salsa afrodisiaca, e più avanti ci sarà anche Kitchen, di Banana Yoshimoto, una delle mie scrittrici preferite.

Ecco, tutto questo esula un po’ dai libri strettamente vegan di cui parlo in questo spazio, ma l’ho trovata un’iniziativa interessante e mi andava di segnalarla :-)

 

***

ESSENZA_DEL_CRUDO

Ma ora veniamo alla recensione di oggi, quella di un libro di ricette interamente RAW e vegan (altro buon proposito: mangiare più cibo crudo!). Molti di voi già lo conosceranno, si tratta di L’essenza del crudo, di David Coté e Mathieu Gallant, edito da Sonda.

fratelli raw

immagine web

Il formato è quello maxi dei ricettari Sonda, con grandi foto a colori a tutta pagina che accompagnano i piatti (tempo fa avevamo sfogliato insieme altri due libri di questa casa editrice, ricordate? Grigliate vegan style e Erbe spontanee).

Le prime pagine sono dedicate a presentare il progetto dei due autori, partito nel 2007 con Crudessence, un piccolo locale adibito inizialmente a rosticceria e mescita di kombucha (tè fermentato, originario della Cina, ottenuto dalla fermentazione di zucchero e tè, considerato un elisir di lunga vita in quanto facilita la digestione, rafforza il sistema immunitario e costituisce un’eccellente fonte di probiotici e acidi organici). Quattro anni dopo David e Mathieu aprono due ristoranti e due self service, con un’equipe di oltre 70 collaboratori… una crescita tanto rapida che attribuiscono alla vitalità contagiosa sprigionata dalla loro alimentazione :-)

kombucha_cos'è

immagine web

crudessence_ristorante

immagine web

Entrando nel vivo delle ricette, si parte con alcune basi che vanno dal succo di zenzero al grano saraceno germogliato; segue la sezione dedicata alle bevande, ovvero latte di mandorle e canapa, ma anche frullati, succhi, tisane.

Personalmente ho trovato molto interessante la parte dedicata alle zuppe, dal momento che per me tradizionalmente rimandano a un’immagine di ciotola fumante, o comunque a base di ingredienti cotti. Qui si va dalla vellutata di spinaci e pistacchi alla crema di pomodori, ma anche zuppa di cipolle, carote e curry, crema di champignon, zuppa vietnamita, gazpacho e tante altre idee.

Segue una sezione dedicata alle insalate, poi creme, salse e patè e i fermentati, ovvero come realizzare un formaggio di anacardi, il kefir, il kombucha (LANCIO UN APPELLO, SE QUALCUNO ZONA LIGURIA AVESSE DELLA ‘MADRE’ DI KOMBUCHA…SCRIVETEMI!), lo yogurt di noci; si prosegue con preparazioni che necessitano di essere sottoposte a disidratazione, come polpette, falafel, tortillas, nachos, pane alla cipolla, pizza, crepes dolci e salate, chapati, crackers, chips, muesli.

Tra gli antipasti trovate la ricetta che ho voluto provare oggi qui sulla balenina (involtini di foglia di riso con vegepatè), fattibile con ingredienti reperibili in questa stagione e usando il solo mixer. Molto interessanti sono anche le bruschette, gli involtini con zucchine ripieni di ‘ricotta’, le tagliatelle al pesto, i nigiri con cavolfiore e le barchette di indivia farcita. Seguono i piatti principali, ovvero pizza, lasagne (correte a vedere la versione di Claudia, ispirata da questo libro), burger, panini, cannelloni, crepes, spaghetti al pesto, spiedini.

involtini_zucchina_raw

immagine dal libro L’essenza del crudo

Per chiudere in bellezza non potevano mancare i dolci, che rappresentano la parte che preferisco (maddai!): biscotti, mousse al cioccolato (stomaleee), torta cioco-banana… e finiamola qui che ho già la bava tipo San Bernardo! (immaginatemi mentre scrivo con davanti le foto…come si fa!!!)

cheesecake_raw

immagine dal libro L’essenza del crudo

Bon. Ricettina?

involtini-vegepatè

INVOLTINI PRIMAVERA AL VEGEPATE’

INGREDIENTI del vegepatè:

100 gr semi girasole;

75 gr carote tagliate grossolanamente;

15 gr (1 cucchiaio e mezzo) di cipolla rossa;

2 cucchiai di prezzemolo;

2 cucchiai olio di girasole spremuto a freddo;

1 cucchiaio e mezzo di aceto di mele;

1 cucchiaio di succo di limone;

1 cucchiaio di zenzero tritato;

1 piccolo spicchio d’aglio;

1/2 cucchiaino di sale integrale;

1 cucchiaio di lievito alimentare;

40 gr semi di sesamo.

Ho ammollato i semi di girasole 8 ore, poi li ho sciacquati e scolati.

Ho versato tutti gli ingredienti nel mixer fino a ottenere un impasto liscio e cremoso.

(si conserva fino a 5 giorni in frigo in un contenitore ermeticamente chiuso)

INGREDIENTI degli involtini:

2 fogli di riso, tipo quelli in foto;

5 foglie di insalata (loro usano lattuga);

1 gambo di sedano;

3 gr cipolla (1 cucchiaino);

1/4 di ricetta del vegepatè;

semi di papavero o sesamo nero;

(NB: nell’originale c’era anche la zucchina, che non ho preso perchè non è di stagione e i germogli di trifoglio)

fogli_di_riso

foglio di riso prima di bagnarlo con acqua

 

Ho bagnato i fogli di riso (operazione delicata, nel senso che bisogna trovare il tempo giusto…troppo poco restano duretti, ma basta poco e si rompono tutti se si esagera con l’ammollo…sulla confezione dice: 15 secondi!) e stesi sul piano da lavoro. Ho messo al centro le foglie di insalata e ricoperte con le carote, il sedano tagliato a striscioline e la cipolla. Ho ricoperto con il vegepatè e un’altra foglia di insalata e chiuso la foglia di riso, che ho rotolto nel sesamo nero.

Ho infine tagliato a metà gli involtini e servito.

(uh, i ciuffi delle carote possono servire per una salsa chimichurri da leccarsi i baffi, presto posterò la ricetta!)

Che ne pensate? Vi va un morsetto?

involtini_di_riso_crudisti

:-)

Con questa recensione partecipo all’iniziativa promossa da Annalisa di passatotralemani, il giovedì del libro di cucina, condivisa anche dalla pagina FB Genitori Veg, siete già andati a leggere le altre recensioni?

Se vi incuriosisce l’argomento ‘raw’, vi segnalo anche un altro libro di cui abbiamo parlato qualche tempo fa, Meglio crudo, di Rosanna Gosamo, edito da Sonda :-)

Di oggetti smarriti, sogni realizzati e un primo piatto gluten free: riso integrale con curry di carote

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riso_integrale

Una notte, un vecchio indiano raccontò a suo nipote una storia: «Figlio mio, la battaglia nel nostro cuore è combattuta da due lupi. Un lupo è maligno: è collera, gelosia, tristezza, rammarico, avidità, arroganza, autocommiserazione, colpa, risentimento, inferiorità, falso orgoglio, superiorità; è l’ego. L’altro è buono: è gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, immedesimazione, generosità, verità, compassione e fede». Il nipote, dopo averci pensato per qualche minuto, chiese al nonno: «Quale dei due lupi vince?». Il vecchio rispose semplicemente: «Quello che tu nutri».

Racconto indiano

Era l’estate di due anni fa. Una cliente dimentica un libro, me lo portano da mettere nel cassetto degli oggetti smarriti. Rimane lì per giorni, senza che nessuno lo venga a reclamare. Passa una settimana, poi un mese…alla fine, in un giorno di calma piatta a lavoro, lo tiro fuori dal cassetto e inizio a sfogliarlo. Non mi ispirava granchè, ma dopotutto non avevo altro da fare.

E’ andata a finire che l’ho letto tutto d’un fiato. Ricordo che non ho smesso di leggere neanche dal tragitto lavoro-casa, tipo che camminavo col naso incollato al libro, tanto conoscevo la strada a memoria.

Finito il romanzo mi sono accorta di una nota dell’autore, in fondo. Di solito non le leggo mai, ma quel giorno doveva andare diversamente.

Questo autore racconta di come, non avendo trovato un editore che volesse pubblicare il suo libro, avesse deciso di pubblicare a sue spese. Non avendo trovato nessun distributore che volesse distribuirlo, decise di distribuirlo da solo. Di libreria in libreria. Con una valigia piena di copie del suo libro, da lui stesso fotocopiate.

Tramite il passaparola, alcune persone l’hanno consigliato ad altre, regalato, fatto circolare… finchè un giorno una casa editrice l’ha notato e ha deciso di pubblicarlo. Ora è un best seller tradotto in molte lingue.

A prescindere dallo scopo che è unico per ciascuno di noi, mi ha colpito molto la storia di quest’uomo, per la sua tenacia, per il coraggio di aver creduto in se stesso. Certo, avrà avuto momenti di sconforto, dubbi e paure, ma non ha mollato e ha continuato a credere nel suo sogno nonostante le porte in faccia.

L’ho trovata così incoraggiante che l’ho voluta condividere qui con voi.

Se vi ha incuriosito, il libro si chiama Ricomincio da te e l’autore è Eloy Moreno, pubblicato in italiano da TEA.

***

Ricettina?

Oggi ho cucinato un primo a base di riso integrale che non richiede ingredienti ‘strani’ e che spero possa stuzzicare la vostra curiosità di sperimentare, magari già questa sera a cena, che dite?

lavagna_menù_web

Ho messo a soffriggere nell’olio lo spicchio d’aglio privato dell’anima, aggiungendo subito il curry, le carote tagliate fini, lo zucchero, le albicocche tagliate a striscioline. Quando l’aglio ha iniziato a dorare, ho aggiunto il succo di un’arancia e messo il coperchio.Il fuoco va spento non appena le carote si ammorbidiscono un poco, l’ideale è che restino croccanti per apprezzare al meglio questo piatto.

A parte ho messo il riso integrale a bollire in acqua. Quello che ho scelto ha dei tempi di cottura piuttosto lunghi, 60 minuti. Cinque minuti prima del termine della cottura, con una schiumarola ho prelevato il riso e mescolato con il curry di carote, aggiungendo un po’ dell’acqua bollente usata per cuocerlo per portare a termine la cottura.

Ho aggiunto alla fine un po’ di semi di finocchietto e mandorle tostate e tritate.

Se volete un colore giallo più acceso, aggiungete un pizzico di curcuma, meglio se mischiata a granelli di pepe nero, che pare ne migliori l’assimilabilità.

Buon appetito!

riso_BALENAVOLANTE

 

 

Di Frida Kahlo, un’avventura in libreria e la ricetta del burrito tex mex (vegan e senza glutine)

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FRASI-fRIDA-kAHLòOHo conosciuto Frida Kahlo qualche anno fa, grazie allo splendido film con protagonista Salma Hayek. Ve lo straconsiglio anche se, a mio avviso, conviene avere una buona scorta di fazzoletti!!! Di questa pittrice messicana mi hanno colpito innanzitutto lo spirito ribelle e la grande forza vitale nel superare una serie incredibile di difficoltà, come l’incidente che l’ha costretta a dover subire una sfilza di dolorose operazioni o la travagliata relazione con Diego Rivera.

Quando ho saputo che sarebbe stata ospite della mia città, con una mostra a lei dedicata, non stavo più nella pelle all’idea di poter vedere da vicino alcune delle sue opere!

Mi sono presentata a Palazzo Ducale, sede dell’evento, con il cuore in festa. Ho fatto i gradini di corsa, pronta a tuffarmi nel magico mondo colorato tutto cactus, sangue, fiori, animali, ritratti e scheletrini dai sorrisi sgangherati in grado di far impallidire Tim Burton…e cosa scopro? Che la mostra è terminata il giorno prima.

Avete presente l’urlo di Munch? Beh, la mia faccia più o meno era quella. Ho avuto S-E-I mesi per visitare la mostra, e mi presento in ritardo di 1 giorno.

frida-kahlo

Io comunque ero motivaterrima a incontrare Frida. L’idea di tornare a casa a bocca asciutta proprio non mi andava giù.

Così mi sono diretta alla libreria più vicina, ho raccolto tutti i libri che la riguardano, illustrati e non, e mi sono poltronizzata, mimetizzandomi con la seduta modalità camaleonte, rendendomi invisibile ai frequentatori e ai commessi per affrontare in tutta pace il mio viaggio tra Messico e nuvole. Così è iniziato il mio pomeriggio messicano. Beh, non è stato proprio come aver visto la mostra… però è stata comunque un’avventura fantastica :-) Anche perchè viaggiare con la fantasia è davvero un bel modo per evadere un po’, non trovate? Economico, si può fare in qualunque momento e luogo, persino un’affolatissima libreria!

Frida FRASI-fRIDA

Il messaggio che straripa dalle opere di Frida, nonostante le tante sofferenze, è un vero inno alla vita, vissuta con enfasi, nella gioia quanto nei dispiaceri ed evocato dai colori schietti e profondi della terra del Messico.

Tempo fa ne avevo già parlato qui sulla Balenina, con un libro dedicato ai più piccoli :-)

Frida-Kahlo-messico

***

Dopo aver viaggiato nei colori del Messico, tornata a casa mi è venuta voglia di provare un piatto tex mex: il burrito.

burrito-vegan

Solitamente il burrito è composto da una tortilla di mais ripiena di carne. Negli USA il ripieno include anche altri ingredienti come riso, lattuga, pomodori, guacamole e formaggio quindi lo spessore della tortilla aumenta considerevolmente.

Io ho pensato di veganizzare questa ricetta, proponendovi un ripieno di fagioli speziati in perfetto stile tex mex, verdure fresche e salsa guacamole. Che ve ne pare?

(NB: Per la salsa guacamole ho utilizzato una ricetta presa dal blog giallozafferano, solo ho usato il limone al posto del lime e della polpa di pomodoro anzichè il pomodoro fresco, visto che in questa stagione non se ne trovano ancora…col pomodoro fresco sarà tutta un’altra cosa!)

Per realizzare le tortillas in realtà ci ho messo quasi una settimana di tentativi… perchè mi risultavano troppo spesse oppure mi si rompevano nel piegarle… leggendo in internet ho visto che alcuni usano una speciale pressa, che io non ho. A proposito ho trovato però un valido trucchetto sul blog di Teresa, che ha utilizzato una grande pentola al posto della pressa, e devo dire che ha funzionato. In alternativa se siete brave col mattarello, potete provare a stendere l’impasto posizionandolo tra due fogli di carta da forno, come viene spiegato qui.

C’è chi utilizza normale farina di frumento per fare le tortillas, io ho voluto usare la masa harina, ovvero farina di mais bianco, come nella ricetta originale. La si può trovare nei negozietti etnici. La mia arriva dal Salvador, grazie a due care amiche Roxana Matilde e Mirna, che me ne hanno portato un pacchetto.

La masa harina non contiene glutine, risulta quindi un impasto piuttosto delicato da maneggiare, ma con un po’ di esperienza riuscirete a ottenere un risultato soddisfacente. E sono davvero buonissime, anche mangiate così, come accompagnamento al posto del pane.

INGREDIENTI

(per 2 tortillas di circa 15 cm di diametro):

100 gr masa harina (farina di mais bianco);

150 ml acqua;

1 pizzico di sale integrale bio;

(per il ripieno di 2 tortillas):

200 gr fagioli borlotti secchi bio;

1 foglia di alloro bio;

2 cipolle rosse bio;

1 carota bio;

2 foglie di lattuga bio;

50 gr mais dolce bio;

(per il mix di spezie tex mex):

1 cucchiaino paprika bio;

1 cucchiaino semi di cumino bio;

1/2 cucchiaino pepe nero bio;

1/2 cucchiaino semi di sedano bio;

1/2 cucchiaino coriandolo bio;

1 chiodo di garofano bio;

1 pizzico di sale integrale bio;

(per la salsa guacamole di accompagnamento):

1 avocado maturo bio ed equo;

1/2 spicchio d’aglio bio;

1/2 cucchiaino cumino;

1 cucchiaino peperoncino bio;

1/2 cipolla rossa bio;

il succo di 1/2 limone bio;

100 gr polpa di pomodoro bio;

sale integrale bio q.b.;

olio extra vergine d’oliva q.b;

burriti

Per preparare le tortillas ho mischiato la farina con l’acqua, in cui avevo disciolto il sale. Si ottiene così un impasto compatto, che ho diviso formando due palline. Ho adagiato una delle due palline su un foglio di carta forno, poi ricoperta con un altro foglio di carta forno, e infine ho messo sopra una pentolona voluminosa (tipo quella di Gargamella per il succo di puffragole, avete presente?!). Sono salita sulla pentola, pressando fino a ottenere una tortillas sottile. Stessa cosa con l’altra pallina.

Nel frattempo avevo messo a scaldare una padella (se avete quella da piadina tanto meglio!) e aiutandomi con la carta forno ho spiattellato la tortillas sul fondo, girandola dopo qualche minuto.

Ho messo in ammollo i fagioli per una notte. Il giorno dopo li ho cotti in acqua, con 1 fogliolina di alloro.

Una volta pronti li ho scolati e messi in padella con le cipolle tagliate finemente, 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, il sale e il mix di spezie tex mex. Ho coperto e lasciato cuocere a fiamma bassa per qualche minuto, aggiungendo un po’ d’acqua, finchè la cipolla si è dorata e ammorbidita.

A parte ho steso una foglia di lattuga sopra le tortillas. Ho aggiunto la carota taglata a filettini, il mais e la salsa guacamole, poi i fagioli.

Ho chiuso le tortillas aiutandomi con un tovagiolo, visto che il ripieno andava da tutte le parti!

Pasqua in Danimarca, meringhe vegane e una nuova ricetta salata: crepes di farina di ceci

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carta-da-lettere-web

 

In Danimarca a Pasqua si usa scrivere una gaekkebrev, ovvero una lettera in rima dedicata a qualcuno di speciale, da spedire in forma anonima. Se il destinatario non indovina l’autore, come pegno dovrà regalargli un uovo di cioccolata.

Mi sembra passato un secolo dall’ultima che ho imbucato… un tempo inviavo lettere quasi come oggi mando mail! Era l’adolescenza, gli anni di Jack Frusciante è uscito dal gruppo, con il walkman che trasmetteva Bryan Adams, mentre riempivo di cuoricini la smemo, mangiando junk food (per fortuna poi sono rinsavita, ma ai tempi ricordo esperimenti culinari culminati con un gelato alle fragole con dentro i fonzie…!)

E voi, cari aficionados, come festeggiate la Pasqua? Seguite qualche tradizione particolare? Su su non siate timidi!

***

CREPES-CECI

Saluto la Danimarca e torno per un attimo qui, per parlarvi di un ingrediente molto usato da queste parti: la farina di ceci.

Da quando mi sono trasferita in Liguria circa 3 anni fa, ho scoperto che può essere impiegata per realizzare tantissimi piatti vegan. A Genova per esempio è la base di alcuni piatti tipici da ‘passeggio’, come la farinata e la panissa.

E’ un ingrediente davvero versatile e non manca mai nella mia dispensa, anche se finora l’ho sempre usata per preparare un unico piatto: la frittata senza uova, detta farfrittata (vedi qui la versione con i tenerumi e qui con zucchine trifolate e tofu, due ricette pubblicate sulla balenina tempo fa).

Ultimamente ho scoperto altri usi molto interessanti.

Il ‘tofu’ di ceci (grazie a Serena che me l’ha fatto conoscere tramite un post che ha pubblicato su FB, tratto da questo sito) e le crepes (e qui ringrazio Manu di Ortolandia).

E’  davvero incredibile quante preparazioni diverse si possano ottenere solo con farina di ceci e acqua, non trovate? Un motivo in più per averne sempre un pacchetto di scorta :-)

Bene, la ricetta di oggi, davvero veloce, è una crepes salata.

 CREPES-VEGAN6

INGREDIENTI

(per 3 crepes, usando una padella da crepes del diametro di 23 cm)

100 gr farina di ceci bio;

250 ml acqua;

1 pizzico di sale marino integrale;

(per il ripieno)

1 barbabietola già cotta bio;

2 carote bio tagliate a julienne;

3 foglie di lattuga bio;

1 tazza di funghi champignon freschi ben lavati e tagliati a striscioline sottili;

olio extra vergine bio q.b;

sale integrale bio q.b;

succo di limone bio;

pepe rosa bio;

(per la salsa rosa)

1 tazzina da caffè di latte di soia bio;

3 tazzine da caffè di olio di semi bio;

sale integrale bio q.b;

1/2 cucchiaino di senape bio;

1 cucchiaio di aceto di mele bio;

2 cucchiai di pomodoro concentrato bio;

3 gocce di tabasco;

NB: per la salsa rosa sono partita dalla base (3 tazzine di olio di semi bio + 1 tazzina di latte di soia bio) della mitica maionese infallibile di Maura, che non finirò mai di ringraziare per aver messo fine ai miei millemila esperimenti dai risultati discutibili. La sua maio per me è quella definitiva 😉

Per le crepes, se non siete delle super esperte, come nel mio caso, condivido con voi qualche barbatrucchetto che ho imparato dopo 4 o 5 tentativi falliti miseramente. Se invece siete delle spadellatrici provette saltate il paragrafo successivo.

La padella deve essere ben calda. La quantità di pastella non deve essere nè troppo poca (in questo caso si brucia), nè troppa (in quel caso fa fatica a cuocere bene nella parte superiore). Quindi per me, col padellino da 23 cm, la dose giusta a cui sono arrivata è 3/4 di mestolo.

Procedimento: ho mescolato la farina con l’acqua e il sale e lasciato riposare in frigo per una notte, come faccio di solito con la farfrittata, la pastella infatti ha le stesse identiche dosi.

Ho messo a scaldare un padellino da crepes e quando è diventato ben caldo ho versato 3/4 di mestolo di pastella. A un certo punto, dopo qualche minuto, vedrete i bordini sollevarsi da soli. Quello è il momento in cui si può togliere la crepe dal fuoco e staccarla aiutandosi con una paletta antiaderente.

A parte ho frullato il latte di soia con l’olio, seguendo le indicazioni di Maura, ovvero ho messo una tazzina di latte di soia in un recipiente, poi ho aggiunto l’olio (3 tazzine) e ho iniziato a frullare col minipimer. In un attimo è venuta una consistenza cremosa, cui ho aggiunto sale, aceto di mele, tabasco, pomodoro concentrato e una puntina di senape e ho ripreso a frullare finchè è venuta una salsa omogenea.

Ho tagliato la barbabietola e condita con olio extravergine, sale e pepe rosa.

Ho affettato le carotine e condite con olio extravergine, succo di limone e sale integrale.

Ho assemblato le crepes stendendo prima la foglia di lattuga, poi uno strato di salsa rosa e infine carote, barbabietola e funghetti (che ho lasciato al naturale).

Più lungo da scrivere che da realizzare, in tutto ci vuole circa mezz’ora, per questo partecipo al contest di Alice, ‘Ricette vegetariane veloci’ di ricettevegolose.com, uno dei miei blog preferiti.

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Poi, sempre con i ceci, non potevo non condividere con voi una recente scoperta fantascientifica: le meringhe vegan!!

Qui devo ringraziare chiaralascura e suo post pubblicato su Instagram, in cui condivideva la foto di queste meraviglie spumose, fatte con il liquido dei ceci in scatola mescolato a zucchero a velo (io ho usato zucchero a velo di canna).

Beh, non ci crederete, ma sono davvero buonissime e non sanno di cecio 😉

Devo solo migliorare la forma… chi avrà seguito i miei esperimenti sulla pagina FB balenifera saprà a cosa mi riferisco. E voi, le avete provate? Se avete suggerimenti sono tutta orecchi!!

Di nuove avventure, vongole felici e una ricetta: falafel nè fritti nè al forno

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Cari aficionados, torno qui dopo un periodo di assenza… non mi sono dimenticata di voi, tutt’altro!!

Complice la primavera, mi sono dedicata alla semina e cura dell’orto e a un nuovo progetto.

Ve ne parlo anche se non c’entra con gli argomenti trattati solitamente sulla balenina. Oggi condividerò un pezzetto in più della mia quotidianità, fatta sì di cucina vegan, animaletti, ma anche altre avventure :-) Spero vi faccia piacere!!
Insieme alla socia Sabrina (Don Chiscotte), soffrivamo la chiusura di diverse librerie nella nostra città, e soprattutto l’assenza di iniziative culturali per gli amanti della lettura. Anzichè lamentarci, a un certo punto abbiamo pensato di proporre noi per prime qualcosa. E’ nato così il Zenabooklovers!

zenabooklovers
Un incontro mensile aperto a tutti e gratuito, durante il quale parleremo di un libro, che sarà diverso ogni mese. Privilegeremo autori contemporanei, meglio se esordienti. A questo proposito, se avete suggerimenti, ecco la mail: info@zenabooklovers.it! Questo progetto ha una sua pagina FB e un sito, quindi a parte questa breve parentesi sulla balenina, per chi vorrà seguire le nostre avventure letterarie, ci troverete lì. Non abbiamo inventato nulla di nuovo, di gruppi di lettura ce ne sono molti in tutta Italia, ma nella nostra città mancava qualcosa di simile ed eccoci qui. Tiger ha messo gratuitamente a disposizione lo spazio per i primi incontri di aprile e maggio, mentre per la stagione estiva ci sposteremo in un luogo all’aperto :-)

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Ecco, volevo aggiornarvi su quello che sto combinando… per chi mi segue su Instagram, saprete anche che ultimamente ho poca voglia di cucinare, sarà la bella stagione, di solito ogni anno in questo periodo mi assale una pigrizia cosmica!! Quindi più che altro pranzo con giganteschi frullatoni…

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…tuttavia, un libro che è mi saltato all’occhio grazie a una recensione di Annalisa, mi ha fatto tornare la voglia di cucinare.
Si tratta di Vongole felici, di Mavì. Se non la conoscete, ecco qui il sito, che vi invito a visitare.

Mi sono ritrovata molto nella sua filosofia, quella della cucina ecozoica, termine preso a prestito dal Manifesto per l’era ecozoica di Thomas Berry, e che sostiene una cucina sana, ecologica ed etica.

In particolare, mi è piaciuto come l’autrice abbia sottolineato più volte che la cucina vegan è sicuramente etica, ma possiamo fare qualcosa in più, oltre a non acquistare prodotti di origine animale: fare attenzione il più possibile che le verdure siano di stagione, a km 0 e biologiche.

La produzione agricola industriale usa infatti ingenti quantitativi di pesticidi, acqua, energia, a svantaggio del Pianeta e del rispetto dei suoi cicli naturali.

Del libro vi parlerò più approfonditamente in altra sede, nel frattempo volevo condividere con voi una ricetta che mi è saltata all’occhio tra tante: i falafel nè fritti nè al forno.

falafel1

Ho subito pensato che questa ricetta andasse bene per me, visto che non uso friggere (sono davvero negata; il fritto me lo concedo piuttosto volentieri nelle sporadiche uscite sociali) e che l’inconveniente dei falafel al forno è che spesso si seccano, sgretolandosi… col metodo di Mavi invece rimangono soffici e compatte :-)

INGREDIENTI:

(per circa 20 polpettine)

250 gr ceci secchi;

1 cipolla bio sminuzzata;

1 cucchiaino cumino bio;

mezzo cucchiaino coriandolo bio;

1 cucchiaino sale integrale bio;

1 cucchiaio farina di ceci bio;

Per la panatura:

2 cucchiai farina di mais bio;

olio di semi bio;

NB: rispetto all’originale ho aggiunto del prezzemolo, abituata a mangiare falafel dal colore verdino 😉

Dopo aver messo a bagno i legumi una notte, si scolano e si tritano in un mixer insieme agli altri ingredienti. Ho aggiunto un cucchiaio di farina di ceci per addensare meglio l’impasto, per formare delle palline.

Ho messo a cuocere a vapore, per 25 minuti.

A termine cottura le ho passate nell’olio e poi nella farina di mais.

A parte far scaldare una padella con sopra un foglio di carta forno e sopra disporre le palline di falafel, da rosolare qualche minuto.

Volendo si possono poi passare nel sesamo e servire dentro piadine di mais, con insalata fresca, carotine, salsa tzatziki vegan, oppure in insalata :-)

falafel

Colazione con grano saraceno crudo

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Non mi sono dimenticata che il blog è nato per condividere ricette, eppure senza accorgermene è passato più di un mese e mezzo dall’ultima ricetta pubblicata!

Cos’ho fatto nel frattempo?

Ho guardato l’orto crescere, fatto un piccolo viaggio in Spagna e uno più vicino, tra boschi e caprette, osservandomi intorno aperta a nuove ispirazioni, in cucina ma non solo! Ho letto alcuni libri sul crudismo usciti da poco, di cui presto vi parlerò, ho bighellonato nella blogosfera a caccia di idee per rifare il look con cui solitamente scelgo di fotografare i piatti, trovando nuovi spunti soprattutto su questo editoriale di ricette di primavera, pubblicato tempo fa da dalani, che forse molti di voi già conoscono. Ho riflettuto sulla psicopatologia gastronomica contemporanea, grazie a Luca Glebb Miroglio, che ha preso in esame un fenomeno ormai planetario, dipingendo con ironia i ritratti delle diverse tipologie e i tic nervosi dei foodie, con aneddoti, citazioni e notizie storiche.

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Ho coltivato un progetto, che si è affacciato al mondo dando vita a nuovi legami e connessioni tra persone accomunte dall’amore per la lettura. Uh, soprattutto ho trascorso qualche giorno con un’amica blogger, durante i quali ci siamo date alla pazza gioia, cucinando e mangiando come due facoceri, scambiandoci ricette e consigli, andando alla scoperta di nuovi posti vegan (ma questo ve lo racconterà meglio lei!).

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A questo proposito volevo segnalarvi un gruppo feisbuc nato da poco, che trovo utilissimo, una sorta di ‘Vegan-Advisor’ con tutti i posti dove mangiare e le recensioni dei clienti, si chiama ‘Dream Veg – Il Vegan Advisor‘, andate a dare un occhio!!! 😉

Bene, veniamo subito alla ricetta, chi ha tempo non aspetti tempo, come dice sempre la mia socia Sabrina! Dunque, mi sono imbattuta in una ricetta crudista a base di grano saraceno.

Fin qui l’ho usato soprattutto sotto forma di farina, per dolci senza glutine, tranne una volta in cui potuto apprezzare in un primo piatto da urlo cucinato dai bravissimi chef del So What, ristorante vegan situato a Roma (se vi capita, straconsiglio: +++++), abbinato a dei funghi porcini.

Qualche giorno fa sfogliando un libro di ricette crudiste (quello di Anat Fritz, Crudo è sano, edizioni LSWR), ho scoperto che si può mangiare anche crudo! Non solo, ho scoperto che in realtà non è un cereale, come pensavo fino a poco fa, bensì una specie di seme!

Il grano saraceno, nonostante il nome possa trarre in inganno, non ha nulla a che fare col frumento. E’ uno pseudocereale, come quinoa e amaranto :-)

Di seguito ecco come ho gustato il grano saraceno, ispirandomi alla ricetta crudista di Anat Fritz di cui vi accennavo poco fa.

(NB: nell’originale c’erano noci, mela, semi di chia, miele, latte di mandorle… io non ho usato nessuno di questi ingredienti, però lo spunto è arrivato vedendo la sua colazione)

INGREDIENTI

(per 2 persone)

70 gr grano saraceno bio;

3 banane bio equosolidali;

3 datteri (io uso i medjoul);

1/2 cucchiaino cannella bio;

1/2 cucchiaino noce moscata bio;

1 pizzico pepe nero bio;

1 spolverata di semi di sesamo per guarnire;

grano_saraceno

PROCEDIMENTO:

Ho messo a bagno per tutta la notte i semi di grano saraceno. La mattina li ho scolati e risciacquati.
Ho frullato le banane con i datteri, aggiunto le spezie e versato in un recipiente insieme al grano saraceno.
Per guarnire ho usato dei semi di sesamo neri. Se non vi interessa che sia tutto a crudo, potete tostarli in padella prima di aggiungerli :-)

smoothies_grano_saraceno

E voi avete mai provato il grano saraceno crudo? Cosa ne pensate?

Curiosando in una dispensa vegan…

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Vi anticipo inoltre che a ottobre nella mia città terrò un piccolo laboratorio di 2 ore su questo argomento, con aperitivo annesso, pensato per chi trascorre la maggior parte del tempo fuori casa e ha poco tempo per cucinare. Si chiamerà “Cucinare in modo sano, economico e veloce. Spunti di cucina vegana (anche) per non vegani” e comprenderà una parte teorica su come modificare preparazioni tradizionali pesanti/costose/noiose in modo che diventino sane/veloci/economiche, in particolare vedremo insieme come semplificarci la vita scegliendo alimenti vegetali (non servono cibi industriali, o strani ingredienti esotici costosi e introvabili), seguendo un ritorno alle origini e alla frugalità. A seguire una parte pratica con dimostrazione di alcune preparazioni vegan e la possibilità di fare domande :-)
A proposito, se c’è qualche ricetta particolare che vorreste preparare insieme, scrivetemi: labalenavolante@gmail.com (rispondo sempre!). Per maggiori info seguite la pagina feisbuc balenifera oppure qui nella sezione EVENTI.

Dunque dicevamo della dispensa…

dispensa_vegan
Ora, non pensate che sia un tipo organizzato e metodico… tutt’altro! Però negli anni mi sono resa conto che avere una dispensa fornita aiuta a risparmiare tempo e denaro e ho imparato così a non restare mai senza una piccola scorta di alcuni ingredienti. In genere acquisto i generi deperibili, come frutta e verdura freschi, in piccole quantità, per non sprecare, mentre il resto della dispensa è organizzato in modo da poter trasformare gli ingredienti in pasti gustosi e veloci in qualunque momento, sia che si abbia tempo sia che si abbia super fretta. Ovviamente preferisco legumi secchi a quelli in scatola, ma non sempre si ha tempo o la testa per ricordarsi di mettere ammollo i ceci, quindi punto a tenere una scorta di entrambi, non si sa mai :-)

Partiamo dal freezer, dove solitamente conservo:

banane fairtrade sbucciate intere o a pezzetti (frullate con altra frutta di stagione oppure con un pizzico di cannella o un quadratino di cioccolata fondente, sono uno dei veg gelati veloci e sfiziosi che preferisco);

piselli (I O N O N P O S S O S T A R E S E N Z A);

-basilico (il mio, che raccolgo a fine stagione e conservo);

burger (quando li autoproduco ne faccio sempre qualcuno in più, da tenere in freezer e all’occorrenza scongelare, presto la ricetta qui sul blog di una mia versione di VEG BURGER);

In frigo:

-almeno 1 salsa (tipo hummus oppure veg maionese oppure salsa speziata di carote di cui presto la ricetta insieme ai burger, torna sempre comoda una salsina pronta per affogarci cruditè di verdure oppure per farcire un panino da portar via o confezionare delle tartine per un aperitivo);
-carote e sedano non mancano mai, sono la base per tante preparazioni;
-verdure fresche di stagione;
-riso integrale cotto scondito;
-miso (che io uso per condire);
-1 confezione di latte vegetale, solitamente riso (lo uso per besciamella, per la mayo veg oppure in aggiunta al caffè o orzo o per preparare qualche dolcetto da forno);

verdure

Fuori dal frigo:

-frutta fresca di stagione;
-aglio;
-cipolle;
-patate;

Salse, condimenti e aromi:

-aceto di mele;
-sale marino integrale;
-un buon olio extravergine d’oliva bio;
-senape di digione;
-lievito alimentare (lo uso addizionato alle mandorle frullate, per il non formaggio gratuggiato vegan);
-semi di ogni genere (zucca, sesamo, lino) che mi piace aggiungere a insalate e zuppe per dare un tocco in più;

Cereali/pseudocereali di vario tipo:
-farro;
-orzo;
-cous cous;
-quinoa;
-riso integrale;
-pasta senza glutine;
Spezie:
-peperoncino;
-origano;
-pepe nero;
-cumino;
-coriandolo;
-cannella;
-vaniglia;
-curcuma;
-paprika;
-mix di spezie per curry;
-chiodi di garofano;
-noce moscata;

Erbe aromatiche essiccate e/o fresche:

-alloro;
-timo;
-salvia;
-rosmarino;
-prezzemolo;
-menta;

Frutta secca:

-mandorle;
-noci;
-nocciole;
-fichi secchi;
-datteri;

Bevande:

-Tè;
-tisane varie;
-orzo;
-caffè;

Dolcificanti:
-datteri (io vado pazza per i medjoul);
-zucchero integrale di canna demerara o mascobado del commercio equosolidale;

Farine e lieviti:
-farina di riso;
-farina di mais;
-farina di ceci (che uso soprattutto per preparare farfrittate, ma anche crepes;
-farina di grano saraceno;
-amido di mais;
-bicarbonato;

Legumi:
Ne tengo una buona scorta sia secchi sia in scatola (per le emergenze):

-fagioli (canellini, all’occhio, neri, borlotti e chi più ne ha più ne metta);
-ceci;-lenticchie;
-pisellini secchi spezzati;
-fave;

Scatolame vario:
-passata di pomodoro;
-mais;
-olive;
-capperi;
-funghi essiccati;
-pomodori essiccati;
-conserve di frutta;

Tutto ciò che ho elencato cerco di acquistarlo il più possibile di provenienza biologica e da produttori locali, oltre che di stagione (nel caso di frutta e verdura fresche).

E voi, cosa avete nelle vostre dispense vegan che pensate possa essere utile o indispensabile?

spezie_cose

:-)


Cauliflower pizza crust, ovvero: pizza vegan e senza glutine con impasto a base di cavolfiore

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Ultimamente sui social (soprattutto instagram e pinterest) vedevo spesso foto di questa #cauliflowerpizzacrust, ovvero una pizza con l’impasto a base di cavolfiore. Interamente vegan e senza glutine.

Mi sapeva di un’americanata, non so perchè, così ci ho messo mesi di tentennamenti prima di decidermi a provarla… nel senso, la pizza è pizza, pensare a un impasto con dentro il cavolfiore mi faceva lo stesso effetto del gelato al gusto di cioccolato al caramello con doppie scaglie di biscotto alle noci (eh!?). E invece, come spesso accade, mi sono dovuta ricredere.

Ora, cari aficionados, ultimamente e fino a settembre purtroppo ho davvero poco tempo per stare ai fornelli, fotografare ecc., però questa mi sono detta, merita di essere condivisa!

Scusatemi quindi per le foto non molto curate, come vedete dal backstage ho improvvisato un mini set salendo su una sedia, al volo prima di correre a lavoro. Tra l’altro solo ora sto facendo caso all’abbinamento righe e fantasie floreali, aiuto qualcuno mi impedisca di uscire così la prossima volta!

(scusate la posa poco regale, per fortuna c’è il gatto Furby che solleva un po’ la situazione!)

posa_plastica

L’impasto si lavora facilmente, non si sbriciola, non ha bisogno di riposo, viene al primo colpo.

La ricetta non è una mia invenzione, ma si trova praticamente su un miliardo di siti, in alcuni casi con le uova (ma perchè poi?!) e in altri in versione vegan, con semi di lino o chia. Io ho seguito quella di simpleveganblog, con qualche modifica nella quantità di farina usata (io ho usato mezza tazza di farina di ceci anzichè una/due)

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Per una pizza come quella in foto, rotonda, del diametro di circa 23 cm, ho usato:

PER LA BASE:

-mezzo cavolfiore;

-1 tazza di farina di riso bio;

-mezza tazza di farina di ceci;

-3 cucchiai di semi di chia (o lino) frullati con 5 cucchiai d’acqua;

-sale integrale bio;

PER LA FARCITURA:

Io ho usato avanzi che avevo in casa, un po’ di capperi, delle olive nere, qualche cipolla grigliata e una scatola di pomodoro a pezzettoni, con il basilico e l’origano del nostro orticello. Avrei osato di più, se solo avessi avuto una dispensa più fornita (e il bello è che ho appena scritto un post a proposito buahahhaha).

Veniamo al procedimento: ho frullato con un mixer il cavolfiore ben lavato, fino a ridurlo in poltiglia. Ho aggiunto le farine, il sale e i semi di chia precedentemente ammollati in acqua (bastano 15 minuti perchè si formi una specie di gelatina). Ho lavorato l’impasto formando una palla ( se dovesse risultarvi troppo liquida aggiungete un po’ di farina di ceci o riso e continuate a lavorarla ), l’ho stesa sulla cartra forno e formato un disco, che ho infornato per circa 15/20” a 200°.

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Qui un ingrandimento dell’impasto prima di infornarlo:

dettaglio_pizza_cavolfiore

 

Dettaglio impasto dopo averlo infornato 20′

dettaglio_pizza_cottaL’impasto, diventato dorato, ha un profumo buonissimo! Ho aggiunto gli ingredienti della farcitura e rimesso in forno per altri 15 minuti.

Questo impasto senza glutine l’ho trovato molto facile da fare e davvero sfizioso! Talmente buono che mi piace anche così, semplice senza condimento, come se fosse una farinata con un leggero retrogusto di cavolfiore :-)

Fatemi sapere se la provate!

Poche parole, moltissime cose: di incontri a piedi scalzi, un libro da non perdere e una nuova ricetta di fine estate: insalata con melone, rucola e lenticchie

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Cari aficionados, come state?

Come avrete intuito dall’assenza prolungata dal blog sono in quella fase dell’anno in cui il neurone superstite fatica a trovare parole per condividere qui con voi le nuove scoperte, in cucina e non solo… è solo questione di tempo; si avvicina infatti per me il tanto atteso momento in cui è consentito rallentare, magari semplicemente trascorrere ore o giorni a guardare l’orizzonte per dare ossigeno ai pensieri, fare spazio e metabolizzare gli ultimi mesi con i ritmi giusti, al mio passo. E’ un’estate diversa dal solito questa, fatta di molte corse, poco riposo e avvenimenti speciali!

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La mia ‘ballena’ bag, piena di libri che voglio leggere da tanto tempo..

Pochi giorni e si parte per una vacanza in roulotte in mezzo alla Natura, vicino a un parco naturale, con una borsa piena di libri da leggere e in sottofondo un’orchestra di grilli e cicale. Spero di incontrare tanti animaletti selvatici, magari scoiattoli e puzzole, chissà!

A perfect room with a view, Fabrizio Sciami, isola di Sky, Scozia

‘A perfect room with a view’, Fabrizio Sciami, isola di Sky, Scozia

Sono stati mesi intensi, costellati di momenti importanti che, per quanto tempo passi, rimarranno intatti nella memoria. C’è stata l’uscita del mio libro, ma anche tanto altro.

Tra i momenti speciali in particolare c’è stato l’incontro con Annalisa Malerba e Denise Filippin e le loro rispettive tribù, con cui ho condiviso momenti di spensieratezza, ottimo cibo, piedi scalzi, stare bene nei propri panni.. momenti di vita quotidiana, così comune eppure così preziosa. Qui in Liguria si è infatti tenuto un festival veg, a Sarzana, nella suggestiva cornice del suo castello medievale, ed è stata questa l’occasione per incontrarci; Annalisa ha infatti preparato uno show cooking con le sue mitiche erbe selvatiche! Dopo pochissimi giorni c’è stato poi un compleanno a sorpresa, quello di La Sissa, che è venuta a trovarmi a Genova insieme al suo compagno. Per l’occasione abbiamo festeggiato con una super tortazza crudista (ricetta di Aine Carline, tratta dal libro #staivegano, di cui forse avete sbirciato già qualcosina sul mio profilo instagram) sul tetto di casa, lumini di candela e musica raggae.

Presto sarà anche il mio turno per venirvi a trovare, non sto più nella pelle e vi terrò aggiornati!

capperi

Intanto vi racconto i miei ultimi esperimenti e letture, che ne dite? In questi giorni mi sono sentita felice come una bimba per alcuni doni inaspettati, tra cui una piantina di capperi,  che mi ha insegnato che i suoi fiori sono così belli che è quasi un peccato coglierne i boccioli prima che si schiudano;

kombucah-mamma-e-figlio

una matrice di kombucha dono di Annalisa (con la foto mi sono impegnata, ma a mia discolpa avverto che la kombucha non ha il dono di essere particolarmente fotogenica!!), che come sapete desideravo da tantissimo tempo e con la quale ho già iniziato i primi esperimenti (in particolare bibite) e poi un libro di cucina: Proteine vegetali, edito da Gribaudo, con tante ricette a cura di Mari Zeta, del blog cucinaverdedolcesalata e una dettagliata introduzione di Alberto Fiorito, medico e chirurgo, omeopata e nutrizionista.

Oh, a proposito, capita a anche a voi, per chi è vegano, che la prima domanda da persone nuove riguardi come facciamo con le proteine?
A me sì! Ecco, in questo libro si spiega anche la differenza tra proteine animali e vegetali, in maniera esaustiva. Devo dire che questa è anche la prima domanda che mi sono posta io stessa, all’inizio del mio percorso… e pensare che non è che mi fosse poi così chiaro che funzione avessero le proteine o come fossero costituite. Buffo, eh?

Per chi ancora fosse dubbioso sul passaggio a vegan, magari per paura di non assumere abbastanza proteine, il dott. Alberto Fiorito spiega come sia possibile anche attraverso una dieta vegetaliana, ovvero 100% vegetale, ottenere tutti gli aminoacidi essenziali di cui abbiamo bisogno. Non solo per adulti, ma anche per bambini, anziani e sportivi.

In particolare, grazie al libro ho scoperto che nel mondo, la principale fonte proteica sono i cereali (47%), nonostante in certi Paesi questa percentuale si riduce drasticamente (ad es. negli USA, dove è del 18%!!!).
Anche i legumi sono considerati un’altra ottima fonte proteica, e combinati nell’arco della giornata con i cereali, garantiscono un apporto adeguato di tutti gli aminoacidi essenziali.

Ora, molti evitano legumi per via dell’aria nella pancia. Non temete! C’è un paragrafo molto interessante anche per chi soffre di questo inconveniente! I trucchetti per ovviare al problema infatti ci sono, e comunque la flora intestinale è in costante evoluzione, per cui con il tempo ci si adatterà alle nuove abitudini alimentari 😉

Veniamo alle ricette! Mari come sapete se già conoscete il suo blog, è un’abile cuoca, ma non solo. Infatti è anche l’autrice degli scatti che accompagnano le diverse preparazioni, grandi foto a colori che portano il suo tocco inconfondibile.
Non solo zuppe, come spesso siamo abituati a consumare i legumi, ma anche dolci, che inaugurano il ricettario, come la crema di azuki, cacao e nocciole, le cialde di ceci e castagne con purea di mele, i muffin dolci di lupini e zucca. Seguono le salsine, dal famoso hummus, rivisitato in tre varianti, alla crema di soia alle erbe; gli antipasti come i pomodorini con fave al basilico e gli involtini di verdure con crema di ceci saporita; i primi come i nidi di porro e carota con fagiolini bianchi alle noci, gnocchetti di ceci con zucca e rucola; i secondi e contorni, come le fettine di tempeh con radicchio rosso e il tofu strapazzato con carote e mentuccia e infine le insalate, tra le quali devo assolutamente provare quella di fagioli al profumo di mare!

Un menù completo per portare in tavola i legumi con piatti colorati, semplici e originali, dall’antipasto al dolce! Oltretutto il formato del libro è davvero pratico, grande poco più di un quadernino è maneggevole da consultare mentre si è impegnati ai fornelli.
Di questa stessa collana segnalo anche Verdura, della mitica Claudia – Granosalis e Semi oleosi, di Camiria – Una V nel piatto.

collana cucina naturale

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A proposito di proteine vegetali, sarà stato forse il libro di Mari, ultimamente mi sono lanciata in nuovi abbinamenti insoliti. In particolare voglio condividere con voi una ricettina velocissima che mi ha fatto compagnia in questa torrida estate: l’insalata con lenticchie, rucola e melone!
Questa ricetta è nata quasi per caso e sono molto contenta del risultato, se provate fatemi sapere se piace anche a voi!

insalata di lenticchie con melone e rucola

INGREDIENTI (per 2 persone)

-2 fettine di melone maturo bio;
-1 manciata di foglie di rucola bio;
-250 gr di lenticchie secche bio (sconsiglio quelle rosse perchè tendono a sfaldarsi piuttosto velocemente, mentre vanno bene quelle verdi o anche le beluga);
-1/2 cipolla bio;
-1 pizzico di sale marino integrale bio;
-olio evo bio;
-sesamo nero bio;

Ho messo a stufare le lenticchie con olio evo, un pizzico di sale integrale, cipolla e una fogliolina di alloro, che ho tolto a fine cottura.
Quando le lenticchie sono cotte, ma ancora al dente, le ho lasciate raffreddare e poi impiattate creando una montagnetta. Al centro delle lenticchie ho aggiunto il melone tagliato a cubetti sottili e infine qualche fogliolina di rucola.

Per guarnire una generosa macinata di sesamo nero.

Per me questa insalata estiva è buonissima così, senza aggiunta di olio o altro :-)

 

smoothie banana, fichi e pere coscia

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“Nessuno cuoce da solo. Persino nella solitudine estrema della sua cucina, un cuoco è circondato dalle generazioni di cuochi del passato, dai consigli e dai menu dei cuochi odierni, dalla saggezza degli autori dei libri di cucina”

(Laurie Colwin)

Come è cambiata la mia colazione da quando ho escluso tutti i cibi di orgine animale e il glutine dalla mia alimentazione? Prima di diventare vegana temevo potesse essere triste iniziare la giornata senza cappuccio e brioches… eppure, guardando i colori della mia tavola, vedo solo gioia e l’energia di un cibo pacifico, non certo tristezza :-) Che ne pensate?

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Queste sono le mie colazioni estive, poi in inverno mi piace bere latte vegetale (spesso autoprodotto) con fiocchi di mais, oppure mi concedo un cappuccio con latte vegetale al bar, talvolta accompagnato da brioches vegan (stanno aumentando i bar dove è possibile trovarle!).

E chi resiste? Miooo! #croissant #vegan #veganfood #colazionepigra #bar #italianfood #whatveganseat #brioches #cappuccinodisoia #foodie #veganfoodie

E chi resiste? Miooo!

Comunque, finchè c’è un clima mite, mi piace scoprire nuove combinazioni di frutta, farmi sorprendere dall’incredibile varietà a disposizione, a volte coccolandomi con l’aggiunta extra di ingredienti viziosi come cacao, cannella, zenzero o scaglie di cocco, pistacchi e datteri.

La colazione che voglio condividere qui con voi oggi si prepara in pochissimi minuti, produce pochissimo scarto di rifiuti (che magari potete riciclare nella compostiera, trattandosi di bucce) e vi farà iniziare la giornata con una bomba di energia buona, quella che fa arricciare gli angolini della bocca all’insù <3

Uh, per realizzarla è sufficiente un frullatore o un mixer. Io ne ho appena acquistato uno grazie al consiglio di una lettrice, di quelli professionali che tritano anche il ghiaccio. Questo perchè spesso frullo frutta congelata e con la funzione ‘trita ghiaccio’ c’è meno possibilità di fondere l’elettrodomestico (su questo ho maturato una certa esperienza!!). Il mio l’ho pagato intorno agli 80 euro, non avrà le prestazioni di un bimby o del vitamix, ma per l’uso che ne devo fare va più che bene :-)

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Colazione settembrina #smoothie #banana #figs #pear #dates #cinnamon and #coconutcream #nabottadevita

INGREDIENTI
(per 2 persone)

3 banane mature bio e fairtrade, congelate;
4 fichi maturi bio;
3 pere coscia bio;
3 datteri medjoul del commercio equo;
1/2 bicchiere di latte vegetale (io ho usato riso);
4 cucchiai di latte di cocco bio congelato;
un pizzico di cannella;

Ho frullato insieme 2 banane e 1/2 con le pere sbucciate e private del torsolo, i fichi sbucciati, 2 datteri denocciolati e il latte vegetale. Ho versato nel bicchiere e guarnito con la panna di cocco aromatizzata alla cannella. Per farla ho congelato il latte di cocco dentro i contenitori da ghiaccio, quelli a cubetti. Ho estratto 2 cubetti di latte di cocco congelato e frullato insieme a 1/2 banana, 1/2 cucchiaino di cannella e 1 dattero, fino a ottenere una panna cremosa e liscia.

Questo super smoothie a me sazia fino all’ora di pranzo senza bisogno di rinforzini <3 fatemi sapere se lo provate!

Con questa colazione coccolosa brindo al 4 comple-blog della tanadelriccio, uno dei miei blog preferiti di sempre, partecipando al suo contest ‘il buongiorno si vede dal mattino

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ricette con l’anima ed emozionarsi a Milano

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Cari aficionados, come state?

Come forse avrete notato la Balenina nell’ultimo periodo è on the road… non solo nel mondo reale, ma anche qui, nel nostro universo parallelo della blogosfera! Una volta al mese infatti trovate i miei piatti su ANIMA TV, questo mese ci sono i pancake della foto, un’idea per la colazione cioccolatosa e senza glutine, ma ne trovate diverse altre, a questo link.

Non cambierà molto qui sulla Balena vostra, solo ogni tanto mi vedrete mettere la testolina fuori e spargere briciole di pancake e altri piatti vegan su ANIMA <3

Iniziamo la giornata in compagnia di Funny vegan (presto vi annuncerò un'importante novità!) e un mega frullato con #spirulina #banana #kiwi #ribes #sesamo finalmente ho trovato il modo di mangiare la spirulina senza rabbrividire (il sapore, diciamo, non è proprio piacevole!). Dunque metto un cucchiaino di spirulina aggiunto al solito frullato e poi aggiungo il limone oltre ad aiutare ad assimilare il ferro di cui quest'alga è ricchissima, aggiusta il sapore fino a far sparire il retrogusto di quest'erbetta marina l'avete mai assaggiata? Che uso ne fate? #funnyvegan #smoothiebowl #smoothieoftheday #fruitbowl #fruitlove #eatmorefruit #plantbased #plantbasednutrition #vegan #veganmag #veganmagazine #veganblog #veganfoodshare #govegan #peach

Tra le nuove esplorazioni, quelle nella vita reale, una in particolare mi ha entusiasmato: la spirulina. Un’amica me ne ha regalato un pacchetto e non avevo idea di come usarla. Un’alga dal nome così buffo, mi stava già simpatica.. peccato che una volta assaggiata sono rimasta di sasso per il sapore.. non proprio piacevole, almeno per me! Poi ho letto quante proprietà benefiche contiene, e ho deciso di provarla in diversi modi :-)
Per fortuna, grazie ai vostri consigli su Instagram e FB, ho trovato come assumerla (con moderazione eh!) senza inorridire, aggiunta in piccole dosi ai soliti frullati, mescolata al succo di limone, che ne confonde il sapore rendendolo più piacevole. Oltretutto la spirulina è ricchissima di ferro, dunque consumata con il limone, ricco com’è di vitamina C, ne facilita l’assorbimento.

A parte nuove esplorazioni culinarie, per chi mi segue su Instagram avrà intuito, nell’ultimo mese mi sono ritrovata spesso a Milano…

Ogni volta che torno, provo la stessa sensazione di non appartenenza. E dire che Milano è la città dove sono nata e cresciuta. #milanotiamotiodio #stazionecentrale #centralstation #station #trainstation #trainstagram #milano

Ogni volta che torno, provo la stessa sensazione di non appartenenza. E dire che Milano è la città dove sono nata e cresciuta. Abbiamo un rapporto conflittuale, ecco. Però gli eventi degli ultimi giorni hanno fatto decisamente penzolare la bilancina umorale verso un folle amore. Ora vi racconto!

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A inizio mese c’è stato un importante convegno sul rapporto tra alimentazione e anima, al teatro PIME di Milano, dove ho partecipato e conosciuto la dolcissima Mara di Noia e Roberto Calcaterra, ma anche Stefano Momentè, Nicla Signorelli, Michela de Petris e tantissimi altri.. Mi sono portata a casa un quaderno zeppo di appunti, il calore delle persone, occhi gonfi di stanchezza che sorridono: vedere tante persone interessate ad approfondire certi argomenti è pura gioia, che si traduce in gratitudine e in una iniezione di fiducia in quel cambiamento di cui voglio fare parte! Sul palco, tremavo come una fogliolina, perchè sono tremendamente timida, non esattamente un animale sociale nè da palcoscenico.. non a caso amo scrivere!! E’ stata una grande sfida per me,  parlare dentro un microfono, davanti ad altre persone, anche se per un breve intervento (che a me è sembrato lunghissimo eh) eppure da quando sono vegana e ho sentito forte l’urgenza di trasmettere questo messaggio, condividere la mia esperienza, ed ho capito che non posso restare chiusa nel mio guscio, ma è necessario imparare a sfidare insicurezza e paure, come quella di parlare davanti ad altre persone.

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Il weekend dell’11 e 12 ottobre si è poi tenuto il MiVeg, di cui vi avevo accennato nel post precedente. Per l’ansia mi è uscito di tutto, tra cui un herpes mega giga galattico. Avendo il terrore dei luoghi affollati, potete immaginare che le fiere non siano esattamente il mio habitat.

Questa volta però non potevo mancare, gli organizzatori di questo evento, i ragazzi di Vita da cani onlus, hanno dato vita a un appuntamento imperdibile. Quindi anche se piena di herpes e paturnie ho sfidato l’inerzia e sono partita. E meno male. Perchè in quei giorni ho conosciuto persone stupende, come la (quanto è milanese mettere l’articolo davanti ai nomi?!) Tilia Tarrare, Cesca, Peanut, Felicia, Stefania, Glenda, Daniela Agnes Asprone, ho avuto modo di riabbracciare Annalisa, condividere questa esperienza milanese con Denise Filippin e la sua tribù, assaggiare i bomboloni fotonici preparati dai volontari, canticchiando questa canzone della Gianna..

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foto credits: Essere Animali, tramite Flickr (https://www.flickr.com/photos/essereanimali/)

 

E poi c’è stato questo weekend appena trascorso, con la prima presentazione del mio libro, il Diario di una famiglia vegan… ero agitatissima, non avevo idea di come sarebbe andata essendo anche la prima volta in assoluto che ne parlavo davanti a delle persone. La libreria che ci ha ospitati è un luogo dove sentirsi subito a casa, e questo ha aiutato molto, oltre allo staff, gentilissimo e sempre disponibile!! Le persone erano tante ed è stato bello soprattutto perchè sono state fatte molte domande su questa scelta… non tutto il pubblico era vegan, quindi spero di cuore di essere riuscita ad arrivare ai cuori di chi ancora non ha fatto questo passo… in particolare ho voluto trasmettere quanto sia semplice portare avanti questa scelta, se si hanno chiare le motivazioni! Essere vegan non è roba per pochi eletti, può essere veramente una scelta per tutti, in qualunque stadio del ciclo vitale <3

Una special mention al mio papà, che si è commosso appena ho iniziato a parlare, facendomi commuovere a mia volta…

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Che emozione grande vedervi, abbracciarvi. Ritrovarmi nei vostri occhi <3 Grazie a tutti voi che siete venuti a trovarmi!

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Milano è stata ricca di incontri, ma anche di passeggiate a piedi, nel traffico e nel verde, col naso verso l’alto

Gotham city ☁️#Sky #milano #cielogrigio #portanuova #piazzagaiaaulenti #architecture

Gotham city ☁️

tra mercatini delle pulci,

Cose che adoro, spulciare senza pietà nei mercatini dell'usato #eastmarket #eastmarketmilano #viaventura #vintage #vintagemarket #amelie #ameliepoulain

Cose che adoro, spulciare senza pietà nei mercatini dell’usato #eastmarket

e localini futuristici dove fare colazione

Se passate da piazza della Repubblica, a Milano, consiglio una puntatina da nehro, dove preparano buonissime brioches #vegan di due tipi (vuota e ripiena di marmellata) e fanno un cappuccio di soia spaziale ☕️ #smile #caffe #coffeeaddict #cappuccinoaddict #hangover

Se passate da piazza della Repubblica, a Milano, consiglio una puntatina da Black Diamond caffè, dove preparano buonissime brioches vegan di due tipi (vuota e ripiena di marmellata) e fanno un cappuccio di soia con cacao amaro davvero spaziale

che offrono diverse opzioni vegan per le quali mi sono a dir poco entusiasmata…

…ora, dopo sto pieno di tanta roba, saluto tutta questa milanesità e me ne torno nella tana per un po’!

A presto :-)

ciambellone di cachi e nocciole alla cannella, con glassa all’arancia e pepe nero

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“La felicità individuale ha il dovere di produrre delle ripercussioni collettive senza le quali la società è soltanto un sogno da predatori”

(Daniel Pennac, La Fata carabina)

Cari aficionados, che sarebbe l’entusiasmo di questi giorni senza condivisione? A questo mi ha fatto pensare la frase di Pennac, così eccomi qui a raccontarvi dei momenti magici appena trascorsi, e spero di contagiarvi un po’ con le emozioni belle che mi avete regalato!

Che dire, se non grazie a tutti per la preziosa condivisione, a cellulari spenti, per le riflessioni sul nostro modo di relazionarci con il cibo, per cultura e abitudini, per le domande e l'entusiasmo che accompagna le cose semplici, come un buon pasto preparato con Cura #vegan #vegancooking #vegancommunity #govegan #besciamella #plantbased

(un grazie speciale a Elisabeth, preziosa assistente che mi ha impedito di bruciare cibo e pentole come mia consuetudine!)

In questi giorni c’è stato il mio primo laboratorio di cucina vegan! Era da tempo che avevo il desiderio di fare qualcosa del genere, solo che mille paure allagavano la mia mente e mi bloccavano anche solo all’idea di esternare questo pensiero (non sei all’altezza, ma poi dove, e chi vuoi che venga, ma.. ma.. etc etc..). Quando mi parte questa vocina interiore, oltretutto non mi sopporto. Poi però una mattina dal nulla ho fatto una specie di click, avete presente quegli attimi di illuminazione parziale? Ho sentito il coraggio di provarci, di essere più forte della mia paura e buttarmi. Da lì è stato un susseguirsi di ‘coincidenze’ fortunate, che mi hanno fatto incontrare un’associazione che voleva proprio me per proporre un mini laboratorio di cucina vegan, dedicato soprattutto ad onnivori. Veganizzare onnivori?? Non chiedevo di meglio!!!

2 pentole bruciate, piano cottura a fuoco.. tachicardia.. ok, direi che sono pronta per il laboratorio di questa sera ❤️ mi dicono che i posti sono tutti esauriti, e io scoppio di felicità! Poi, pensavo anche che mi converrà trovare un modo per convivere con me stessa e tutta sta emotività, sennò non arrivo a Natale! #quattrocchi #cecata #vegan #benemanonbenissimo

2 pentole bruciate, piano cottura a fuoco.. tachicardia.. ok, direi che sono pronta per il mio primo laboratorio  ❤️ i posti sono tutti esauriti, e io scoppio di felicità! Poi, pensavo anche che mi converrà trovare un modo per convivere con me stessa e tutta sta emotività, sennò non arrivo a Natale! #quattrocchi #cecata #vegan #benemanonbenissimo

Così eccoci al gran giorno. Nel mentre ho sperimentato ricette, bruciato 2 pentole, e il ripiano in legno della nostra cucina… ho cercato di mettere cura in ogni passaggio, di vivermela senza ansia (su questo mi sono impegnata, anche se la strada da fare è ancora lunga!). Le richieste sono state tante, non ci potevo credere, i posti sono andati presto esauriti. L’incontro è stato denso di riflessioni sul nostro modo di relazionarci al cibo, per cultura e abitudini, ma anche ricco di spunti e idee per una cucina vegetale, rispettosa dell’ambiente e amica del bilancio domestico, senza stress, ma con l’entusiasmo che accompagna le cose semplici, come la condivisione di un buon pasto intorno alla tavola. L’abbiamo fatto a cellulari spenti. Tutti presenti, in quel momento, in quel posto, per incontrarci e assaporare l’attimo.

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Come dicevo, hanno partecipato soprattutto onnivori, così ci siamo scatenati a preparare alcune ricette base, come la maionese senza uova, una salsa rosa, della besciamella vegetale, che ha rivestito come una goduriosa copertina i cannelloni ripieni di ragù di lenticchie, poi ci siamo divertiti a sperimentare dei formaggi vegetali fermentati, in particolare una ricottina di mandorle aromatizzata con pepe nero e erbe aromatiche, poi dei burger di legumi e cereali e infine abbiamo annaffiato tutto con il profumo di soffici pancake alla vaniglia.. Ingredienti semplici e alla portata di una dispensa qualunque, con il desiderio che ognuno tornato a casa, nella tranquillità della propria cucina, potesse sperimentare quanto preparato insieme.

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Per l’aperitivo di fine laboratorio, un piattino semplice dai colori autunnali: cous cous di riso e mais con ragù di lenticchie; zucca marinata con origano; salsa di carote speziata alla cannella e harissa; hummus con semi di sesamo nero. Tutto naturalmente vegan e senza glutine <3

Arrivata casa, con l’entusiasmo del corso ancora nel cuore, mi sono rimessa ai fornelli con una nuova energia, ed ecco cosa ne è uscito!

Un ciambellone tutt’altro che semplice, un po’ stile ammerigano, di cachi e noci, aromatizzato alla cannella, con glassa di riso guarnita con arancia e pepe nero. Un dolce per le occasioni speciali, perchè avevo voglia di festeggiare questo momento.
L’ispirazione mi è venuta grazie al mitico Bryant Terry di Afro vegan, se non lo conoscete, vi rimando a questo post <3

Nel libro c’era un ciambellone con l’impasto a base di cachi, persimmon in inglese (mi piace così tanto come suona, persimmon..).. l’ho voluto personalizzare perchè la glassa di Bryant era a base di zucchero (400 grammi), io l’ho voluto alleggerire visto che è già bello carico di suo, con una crema di riso leggera, aromatizzata all’arancia e pepe nero, per dare una nota speziata a questo ciambellone.

Questa mattina, come ogni giorno, riflettevo su una frase tratta dal libro #lamappadellafelicita', di #daisakuikeda .. Mi ha fatto riflettere su quanto sia più creativo costruire la nostra felicità, piuttosto che oscurare le nostre giornate con lamentele e senso del dovere. Non sempre è facile, ma voglio farci attenzione. Questi i pensieri che mi passano per là mentre mentre preparo una super ciambella di cachi e noci aromatizzata alla cannella, da guarnire con crema di riso aromatizzata al pepe e arancia ❤️ #vegan #vegancake #veganbundtcake #bundtcake #veganfood #persimmon #persimmoncake #plantbased #healtyfood #veganblog #veganrecipes

Questa mattina, come ogni giorno, riflettevo su una frase tratta dal libro ‘La mappa della felicità’, di Daisaku Ikeda.. Mi ha fatto pensare a quanto sia più creativo costruire la nostra felicità, piuttosto che oscurare le nostre giornate con lamentele e senso del dovere. Non sempre è facile, ma voglio farci attenzione. Questi i pensieri che mi passano per la mente, mentre preparo una super ciambella di cachi e noci aromatizzata alla cannella, da guarnire con crema di riso aromatizzata al pepe e arancia ❤️

La sua glassa, per chi volesse rimanere fedele all’originale, è a base di 400 gr di zucchero bianco, 2 cucchiai di succo d’arancia fresco, 2 cucchiai di succo di limone, 1 cucchiaino di scorza di limone bio.

Le dosi qui sotto si riferiscono a uno stampo da 26 cm.

INGREDIENTI.

200 gr farina integrale;
400 gr farina 0;200 gr olio di cocco (NB: fino ai 23°C si presenta in forma solida);
2 cucchiai di lievito vegan per dolci;
2 cucchiaini di cannella in polvere;
1 cucchiaino di sale integrale;
1/2 cucchiaino di noce moscata;
2 cucchiaini di semi di lino polverizzati;
6 cucchiai di acqua;
400 gr zucchero integrale di canna (io ho usato dulcita);
400 gr di cachi maturi;
2 cucchiaini di aceto di mele;
300 gr di noci tostate e sminuzzate;

Ho acceso il forno a 200°. Nel frattempo, in una ciotola molto capiente, ho versato le farine, il lievito, la cannella, il sale, la noce moscata e mescolato tutto bene.
Nel boccale del frullatore, ho messo i semi di lino con l’acqua e ho azionato il mixer per circa 1 minuto. Ho aggiunto poi l’olio di cocco (precedentemente messo su un calorifero qualche minuto per farlo ammorbidire), i cachi e frullato per un altro minuto. Ho aggiunto lo zucchero e l’aceto continuato a frullare.

Ho aggiunto gli ingredienti liquidi a quelli secchi, e mescolato, aggiungendo le noci fatte a pezzetti piccolini.

Ho oliato lo stampo con un po’ di olio di cocco e versato dentro l’impasto. L’ho messo in forno a 200°C per 45 minuti.

Nel frattempo ho preparato la glassa, con 2 cucchiai di farina mescolati a 250 ml di latte di riso. Ho messo sul fuoco e quando è arrivato a ebollizione ho atteso due minuti e spento. Dopo poco si è formata una cremina densa, cui ho aggiunto un mix speziato a base di scorze di arancia essiccate e pepe nero.

Ho utilizzato questa cremina per guarnire la ciambella, aggiungendo poi delle bacche di ribes.
Questo dolce ha un sapore speziato dai toni spiccatamente autunnali. Lo immagino come un dolce per le occasioni speciali, quando c’è da festeggiare o celebrare qualcosa di importante..

Fettina? Vi aspetto per l'ora del tè sulla balenina, link in bio #teatime #onthetable #ciambellone #bundtcake #persimmon #persimmoncake #persimmonvegancake #persimmonbundtcake

Fettina? Vi aspetto per l’ora del tè <3

autoproduzione di ballistiche!

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Oggi ho incontrato un’ex collega mentre passeggiavo per i vicoli, persa negli odori dei verdurai, panettieri e botteghe. E’ buffo: finchè vivevo nella metropoli non mi capitava quasi mai di incontrare qualcuno di mia conoscenza, anzi mi piaceva indossare il mantello dell’anonimato. Soprattutto quando uscivo a passeggiare con Medora in modalità sciatterrima, con brandelli di pigiama che sbucavano da sotto il cappotto, spettinata e così via… Da quando sono qui è cambiato proprio tutto, scoprendo anche nuove parti di me, come il piacere di fermarsi in mezzo alla strada ed essere interrotti nel proprio percorso fatto di impegni, orari e scadenze. Fermarsi un poco, riprendere fiato, condividere attimi ed essere davvero presenti, in quel momento.
In quegli istanti sento germogliare tutto il calore dell’autenticità. Quella che ti fa relazionare per davvero, che ti fa essere lì, a parlare dritto negli occhi dell’altro, condividendo ciò che si sente, più che ciò che si pensa, a prescindere dalle faccende dietro cui stavamo correndo.

e' finalmente iniziata la mia stagione preferita anche qui#leaves #autumnleaves #autumncolours #veganshoes #happy #enjoythelittlethings

E voi, cari aficionados, come state? Mi piace immaginarvi mentre leggete, ciascuno davanti al suo schermo, immersi nel tepore di casa con le finestre addobbate dalle luci autunnali.

Io sono ufficialmente entrata nel periodo più pigro, ma per certi versi anche il più produttivo dell’anno, almeno in cucina (per il resto letargooo!).

Notte ⭐️#mondanità #vidaloca #nightlife #vitasociale #divanizzata #copertina #letargo #sonounbradipo #aaanf #hopiusonnochesentimenti

Adoro gli ingredienti dell’autunno, e mi piace rintanarmi a sperimentare… mi piace ancor di più fare foto con questi colori, addobbando casa con le foglie cadute che raccolgo durante le passeggiate <3

 #salsa #pumpkin #zucca #spicedsausage #spiced #pumpkinsauce #autumn #foodie #whatveganseat #healthy #glutenfreefood #veganfoodshare

In questi giorni ho preparato una ricetta che sembra un concentrato d’autunno, quella del patè speziato alla zucca, poi pubblicata sul sito di ANIMA Tv.

***

Oggi però c’è un’altra novità! Come vi anticipavo, quest’anno mi sono data ai regali di Natale autoprodotti! Se vi va, vi mostro qualcosa…

oggi si prepara il dado vegetale #homemade #vegetable #brodovegetale #vegan #essiccatore #essiccazione #carrot

(carote, finocchio, sedano e porro nei cestini dell’essicatore, per praparare il dado vegetale)

dado quasi pronto

(Come si presentano le verdure dopo 16 ore di essiccazione, prima di pesarle e aggiungere sale marino integrale pari alla metà del loro peso e poi mixer)

Ho iniziato con il dado vegetale, seguendo le indicazioni di Lisa Casali, nel suo libro ormai famosissimo Autoproduzione in cucina, edito da Gribaudo e seguendo le indicazioni di Claudia di Granosalis. Io ho scelto una base di carote, sedano (foglie e fusto), finocchi, porro e sale integrale (si pesano gli ingredienti secchi: il peso delle verdure deve essere doppio rispetto a quello del sale).
Ho utilizzato un essiccatore, ma non è indispensabile per questa ricetta; è sufficiente un forno! Dopo aver essiccato le verdure le ho frullate nel mixer fino a ridurle in bricioline e ho aggiunto il sale.
Ho poi confezionato il dado granulare dentro vasettini di vetro riciclati :-)

aceto_kombucha

In questi giorni ho poi autoprodotto il mio primo aceto di kombucha, con grande soddisfazione :-)
Vorrei scrivere un post appositamente dedicato, anzi, mi dite se può interessarvi l’argomento?
Ad ogni modo, una volta che ci si è procurati una matrice, detta ‘scooby’ (che nome carinoo!), è sufficiente metterla in 1 litro di tè nero zuccherato (per le dosi esatte seguo questo sito) e lasciarla lì 3 settimane o anche di più.

Questo Natale avevo voglia di qualcosa di diverso da poter regalare ai miei cari!
In particolare, sono sempre stata attratta dalla produzione di saponi, solo che gli ingredienti spesso difficili da reperire mi hanno scoraggiata dal cimentarmi…

Un giorno ho però scoperto per caso un tutorial per realizzare le mitiche ‘ballistiche lush‘, sperimentando diversi ingredienti, fino a trovare la ricetta che condivido qui con voi, davvero facile e con ingredienti che scommetto avete già in casa (a parte uno forse: l’acido citrico, che anche io ho acquistato su internet).

Il bagno, almeno per me, è un lusso che mi concedo di rado, ma quando si fa, mi piace non avere i minuti contati e viziarmi con qualche olio essenziale, candele e quando proprio voglio farmi un regalone passo da lush per una ballistica. Il solo profumo mi rigenera, scacciando via stanchezza e pensieri. Unico inconveniente il prezzo (1 ballistica può costare intorno ai 4,80 euro.. ma ce ne sono anche da 6 euro), quindi proprio per questo ho pensato di autoprodurla in casa e perchè no, confezionarne alcune come regali di Natale :-)

Ecco qui la ricetta :)

Per gli ingredienti base sono partita da un tutorial della mitica Clio, con alcune variazioni (amido di riso al posto dell’amido di mais, colorante naturale al posto di quello alimentare, olio di mandorle o jojoba al posto dell’olio di oliva..). Per fortuna con le ballistiche mi è andata meglio che con il video per ottenere splendidi boccoli, di cui vi risparmio la foto visto che sembravo un orso grizzly sconvolto :-)

 

INGREDIENTI:

-14,5 ml di acqua minerale naturale;
-9,8 ml di olio (io ho usato un olio per corpo idratante, ma se avete olio di girasole, di oliva o di mandorle va anche meglio… io purtroppo non amo il profumo dell’olio di mandorle e così ho optato per un olio più neutro);
-2 cucchiaini di olio ossenziale a piacere (in mancanza di olio essenziale, ho provato con la cannella, bacche di vaniglia e scaglie di cocco rapè: libidine coi fiocchi);
-250 ml bicarbonato di sodio;
-250 ml acido citrico (l’ho acquistato online, biologico, 1 kg per circa 8,50 euro);
-125 ml sale da bagno;
-125 ml amido di riso (Clio usa quello di mais);
-2 gocce di colorante alimentare (io ho preferito usare 1 cucchiaino di barbabietola essiccata per il rosa; lo stesso quantitativo di spirulina per il verde, ma va bene anche l’ortica… sarebbe da provare la curcuma per il giallo, se qualcuno lo fa mi dite se si esce effetto SIMPSON?!)
-tocco divino: brillantini a volontà, o petali di fiori essiccati;

Mescolare gli ingredienti secchi e a parte quelli liquidi, aggiungendo man mano i secondi ai primi, fino a ottenere una polvere umida, ma non troppo. Io ho usato una ciotola di vetro, ma va bene anche di plastica o altro materiale, se non usate olii essenziali… in generale sarebbe meglio il vetro (il profumo dell’olio essenziale resterà a lungo, per questo sconsiglio insalatiere o zuppiere in plastica).
A questo punto ho utilizzato degli stampini in silicone. Si tratta di stampini che NON uso per i dolci, quindi se anche resta un intenso aroma di lavanda ok. In alternativa potete usare contenitori di altro tipo, per es. io ho riciclato delle mini coppette a forma di cuore, che erano dei porta stuzzichini.
Ho messo un po’ di brillantini nelle formine e poi aggiunto l’impasto, pressandolo ben bene. Non devono rimanere buchi di aria, sennò poi si sgretolano.
Ho messo ad asciugare per 1 notte, coperte da un canovaccio.
Ed ecco il risultato <3

Che ve ne pare?

 

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Per ora vi saluto, cari aficionados, sono in partenza per un’emozionante avventura… di cui presto vi racconterò su queste pagine <3

***

Nel frattempo, se vi va di sostenere la balenina, vi segnalo l’uscita di un concorso per votare il vostro food blog vegano preferito. Basta scrivere una mail entro il 30 novembre a: INFO@VEGANITALY.IT indicando il nome del blog che si vuole votare e i propri dati. I primi 100 che scriveranno riceveranno in omaggio dei libri della casa editrice Sonda (date un occhio qui sul blog, ne ho recensiti diversi).

Ecco qui il regolamento: http://www.veganitaly.it/imigliori

Buoni propositi per il 2016 e cous cous crudo con tahina e limone

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Cari aficionados, avete già pensato a cosa vi piacerebbe realizzare in questo 2016?

In questa fase dell’anno, come tradizione, mi piace prendermi del tempo per pensare, fare chiarezza dentro di me e scrivere una lista con obbiettivi e buoni propositi per l’anno appena iniziato, una sorta di mappa di navigazione, che potrò poi consultare nei giorni in cui mi sentirò confusa e in cerca di motivazioni :-)


Oggi mentre la scrivevo ho pensato che forse potevo condividerla anche qui con voi, magari può esserci qualche idea ispirante :-)

1- I giorni tranquilli sono importanti almeno quanto quelli produttivi;

12aprile

‘La magia delle piccole cose’ ❤️ Questo che vedete anche nella prima foto in alto, a inizio post, è il prezioso calendario che mi accompagnerà nel 2016, quello di #flowmagazine, per un nuovo inizio carico di progetti e buoni propositi! In questi giorni mi piace annotarli, senza stress, ma voglia di impegnarmi per realizzarli tutti e soprattutto voglio mantenere la costanza di scrivere su ogni pagina, la sera, le ‘piccole’ magie quotidiane di cui essere grata. Si, ho deciso che sara’ un #happycalendar. Dopotutto c’è sempre una scusa per non essere felici; coltivare la gratitudine e’ un ottimo antidoto. E voi, avete già adocchiato il calendario/agenda che vi farà compagnia nel prossimo anno?

2- Nulla è permanente. Ok, questo non vuol dire però che mi devo deprimere, anzi. L’impermanenza può rendere il nostro viaggio più eccitante, è solo una questione di punto di vista!
3- Ogni giorno voglio riuscire a ritagliare del tempo per me stessa.
4- Quando avrò paura di saltare… sarà il momento buono per farlo! (ecco, questo però ricordatemelo che tendo a dimenticarlo!)
5- Non scendere a compromessi con me stessa per impressionare qualcun altro. Riuscire a portare me stessa così come sono, sempre.
6- Praticare la gentilezza;
7- Sviluppare gratitudine, ogni giorno;

Uh, e direi anche 8- Cucinare di più! Non solo per me e il mio compagno, ma anche per i nostri pelosi! E’ un periodo in cui sto leggendo molto riguardo all’alimentazione di cani e gatti, e a questo proposito vi segnalo un libro, dono della cara amica Mari, che mi sta dando parecchie idee. Come sapete Medora è vegana da circa 7 anni, quando l’ho adottata, e scoppia di salute. Solo che troppo spesso mi affido a cibo industriale, che sarà sì vegetale, ma è pur sempre industriale. Allora vorrei impegnarmi a fare di più. A cucinare per i miei 4 zampe. A tal proposito, se qualcuno tra voi ha gatti, avete mai provato la BARF o altri tipi di alimentazione casalinga? Avete suggerimenti in merito, libri o siti?

E anche Medora da oggi ha un ricettario tutto suo ❤️ Proprio in questi giorni riflettevo ancora una volta sull'alimentazione dei miei pelosi. Medora e' vegana da 7 anni, scoppia di salute, ma troppo spesso per pigrizia o fretta mi affido a cibi pronti (umido o croccantini vegetali).. allo stesso modo in cui ho scelto di non acquistare più cibi industriali per me è il mio compagno, se non sporadicamente, vorrei fare lo stesso per i nostri pelosi, ecco uno dei buoni propositi del 2016 che condivido anche qui con voi e ringrazio l'amica @mari.zeta.52 che pare aver letto nei miei pensieri di questi giorni, per lo splendido regalo ❤️❤️❤️ sono fortunata ❤️❤️❤️ #vegandog #veganrecipes #veganblog #veganfood #veganbook #vegancookbook #terranuova #libro #book #bookstagram #veganchoice #plantbasednutrition

E anche Medora da oggi ha un ricettario tutto suo ❤️ Proprio in questi giorni riflettevo ancora una volta sull’alimentazione dei miei pelosi. Medora e’ vegana da 7 anni, scoppia di salute, ma troppo spesso per pigrizia o fretta mi affido a cibi pronti (umido o croccantini vegetali).. allo stesso modo in cui ho scelto di non acquistare più cibi industriali per me è il mio compagno, se non sporadicamente, vorrei fare lo stesso per i nostri pelosi, ecco uno dei buoni propositi del 2016 che condivido anche qui con voi e ringrazio l’amica Mari che pare aver letto nei miei pensieri di questi giorni, per lo splendido regalo ❤️❤️❤️ sono fortunata ❤️❤️❤️

Oggi condivido con voi una ricetta semplicissima… ho provato un abbinamento simile a New York, durante il mio viaggio di dicembre, e ho voluto subito provare a replicarla. Semplice e buonissima <3 fatemi sapere se vi piace!

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COUS COUS CRUDO CON UVETTA, TAHINA E LIMONE

(per 2 persone)
-le cimette tenere di due broccoli;
-1/2 cavolo piccolo;
-1 carota;
-2 cucchiai di uvetta;
– il succo di 2 limoni;
-3 cucchiai di tahina;
– 2 cucchiai di nocciole sbriciolate;

Per prima cosa ho lavato il cavolo, le cimette dei broccoli e pelato la carota. Poi li ho fatti a pezzettoni e messi nel mixer, fino a ottenere una specie di granella (non devono diventare una crema).
Ho aggiunto le uvette e irrorato tutto col succo di 2 limoni. Ho mescolato e lasciato insaporire, poi ho aggiunto olio extravergine e un pizzico di pepe nero. Per guarnire, tahina e nocciole tritate. (qui ho aggiunto anche qualche semino di sesamo nero!).

Una ricetta semplicissima, salvatempo e a prova di negati in cucina!

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Prima di salutarvi, vi ricordo due appuntamenti imperdibili, uno a Genova a l’altro a Milano.

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A Genova appuntamento con la proiezione di Cowspiracy, documentario sul tema dell’impatto ambientale dell’industria zootecnica, che spiega come avviarci verso la sostenibilità globale di una popolazione in costante crescita: il veganismo, come unica scelta realmente sostenibile.
Il documentario è stato diffuso negli scorsi mesi mediante proiezioni in diverse città italiane, è stato proiettato al Parlamento Europeo il 2 dicembre ed il 16 dicembre scorso una proiezione con dibattito è stata organizzata presso la Camera dei Deputati.
Finalmente arriva anche a Genova!

La proiezione del documentario avverrà alle ore 20:45 negli spazi messi a disposizione da Music for Peace ed è sponsorizzata da Jaa Nù Vegan Food che ringraziamo per la disponibilità mostrata.
La partecipazione alla proiezione è libera e gratuita.

Prima della proiezione dalle ore 19:30 per chi lo desidera e SOLO su prenotazione, aperitivo al costo di 5 euro, con le pietanze preparate dalla gastronomia Jaa Nù sponsor dell’iniziativa.
Prenotatevi scrivendo entro il 18 gennaio a labalenavolante@gmail.com.
I posti per l’aperitivo sono limitati a massimo 50 persone, per cui affrettatevi se interessati!

Il menù sarà pubblicato a breve.

Per info, date un occhio all’evento su FB.

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 A Milano, il 29 gennaio, dalle 18.00 alle 20.00, inaugurazione di Anima veg, negozio veg in zona Missori. Nel corso della serata i Dottori Mara di Noia (tesapista alimentare)  e Roberto Calcaterra (gastroenterologo) illustreranno la filosofia e gli ideali sui quali si basa la creazione del concept store e le iniziative che in esso verranno realizzati (scuola di cucina naturale e consulenze personalizzate).

A seguire aperitivo a buffet, musica, dj set, chiacchiere e tanti sorrisi!

Per info, date un occhio qui.


Kombucha: cos’è, un libro e due ricette a prova di negati

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Il mio primo approccio con la kombucha inizia taaaanto tempo fa, quando ancora andavo alle medie, scarabocchiavo cuori infranti sulla smemo, avevo gusti musicali discutibili e mi consideravo un cesso cosmico. Una compagna di classe mi regalò un ‘coso’ dell’amicizia, che dovevo tenere a bagno nel tè, nutrire con zucchero e per giunta parlarci (!), sennò non sarebbe cresciuto bene, poi l’avrei a mia volta regalato, ma conservandone una parte essiccata. Io feci tutto secondo le istruzioni, #coseacaso, poi mi dimenticai di questa faccenda fino a che, un anno fa, tutto tornò a galla grazie a un libro.

Mi riferisco a L’essenza del crudo, dei fratelli Còte.

ESSENZA_DEL_CRUDO

A un certo punto sfogliandolo vedo una foto del ‘coso’, proprio quello che mi avevano regalato alle medie, e che in realtà si chiama kombucha.
Non solo. Leggo che non è un fungo, contrariamente a quanto pensavo, bensì una coltura batterica complessa, composta da 6 lieviti e 6 batteri. Da questa simbiosi ne risulta una sorta di focaccia gelatinosa, che viene chiamata ‘madre di kombucha’, che produce dei cloni, o figli, o scoby (che nome tenero!!).
La Kombucha è originaria della Cina, e in pratica si ottiene dalla fermentazione di tè con zucchero. In molti la chiamano anche ‘elisir di lunga vita’ per le proprietà probiotiche; pare infatti che faciliti la digestione, rafforzi il sistema immunitario e costituisca un’eccellente fonte di acidi organici.

Quest’estate, spinta dal desiderio di saperne di più, mi sono iscritta a un gruppo FB, e ho iniziato a informarmi sull’argomento, finchè mi è venuta voglia di riprovare l’esperimento con la kombucha. Tempo qualche settimana, e la cara amica Annalisa, durante una trasferta ligure, mi porta una ‘madre’.

Il procedimento che ho seguito all’inizio riguarda l’autoproduzione della bevanda di kombucha, dal gusto simile all’estatè e leggermente frizzante. Se volete provare, ecco qui la ricetta che ho seguito io stessa.

Produrre la bevanda è piuttosto semplice, per la ricetta base che ho linkato occorrono:
un vaso, meglio se di vetro;
un panno o garza;
acqua;
tè nero bio;
zucchero;
una ‘madre’;
imbuto;
una o più bottiglie di vetro col tappo, meglio se con base tonda anzichè quadrata, perchè potrebbe esplodere durante la fermentazione (a me non è mai successo, ma non si sa mai!)

Successivamente, mi è venuta voglia di provare a fare l’aceto, davvero semplice da ottenere, che ho poi regalato a Natale, come potete vedere in questo post. Gli strumenti e ingredienti sono gli stessi che si utilizzano per la bevanda, ma variano le tempistiche di fermentazione (in questo caso più lunga rispetto alla bibita).

Starò via per un po', tra meno di una manciata di giorni parto per New York, intanto preparo dei regalini per questo Natale, fatti a mano. Ho imbottigliato l'aceto di kombucha, con dei nastrini riciclati, i cartellini e timbri #tiger conoscete la #kombucha ? Sto pensando di scriverci un post, fatemi sapere se l'argomento può interessarvi

Durante il mio ultimo viaggio a New York, a dicembre, ho trovato un libro interamente dedicato alla kombucha e non ho resistito. Ce n’erano diversi a dire il vero sull’argomento, ma questo, anche su suggerimento del bibliotecario, un vecchio signore con la camicia a quadrettoni e spessi occhiali tondi appassionato di alimentazione naturale, mi è sembrato quello più completo.
Si tratta di Kombucha, The Amazing Probiotics Tea, That Cleanses, Heals, Energizes and Detoxifies, di Eric e Jessica Child, edito da Penguin (2015) e con la prefazione di Brendan Braziers, noto atleta vegano (rifatevi gli occhi, donne!).

brendan braziers

Jessica ed Eric sono i fondatori della Kombucha Brooklyn, che a noi forse dice poco, ma in America è un’istituzione in materia, e ha lo scopo di diffondere studi e nuove scoperte sulle proprietà della kombucha. Jessica è inoltre laureata in biologia molecolare e ha frequentato il National Gourmet Institute for Healt and Culinary Arts.

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Jessica ed Eric condividono la loro passione e le conoscenze maturate sull’argomento con un entusiasmo contagioso. La lettura di questo libro infatti è coinvolgente, tutt’altro che noiosa, anche per le vignette divertentissime che accompagnano i testi.

lieviti

Durante il processo di fermentazione lo zucchero viene convertito in gas (CO2), vari acidi organici e altri composti. E’ la combinazione di questi processi che da alla bevanda di Kombucha Il suo gusto caratteristico.

Vediamo gli argomenti trattati nel libro:

  • La storia, gli studi scientifici e i benefici per la salute della kombucha;
  • Tecniche di base per preparare la bevanda di kombucha;
  • Come preparare una bevanda deliziosa con tè esotici, frutti tropicali, vegetali, erbe aromatiche e spezie;
  • 50 ricette con protagonista la kombucha: aperitivi, primi piatti, dessert e cocktail;
  • Prodotti per la cura del corpo come maschere o impacchi per pelle, unghie e capelli radiosi;

Questo libro è adatto a chi muove i primi passi, ma anche a chi ha già una discreta conoscenza dell’argomento. Purtroppo al momento non è ancora stato tradotto in italiano (per ora!).
Qualche altro dato:
Pagine: 196
Prezzo: 20 dollari

In questo libro ho trovato due ricette semplicissime. Si tratta di condimenti che hanno come protagonista l’aceto di kombucha, e non la ‘madre’ o scooby, così se anche non avete una ‘madre’, potete tranquillamente sostituire l’aceto con uno di mele o di riso o altro di vostro gradimento. Certo, con quello di kombucha è tutta un’altra cosa <3 vi invito quindi a provare!

Una volta pronti li potete utilizzare per condire insalate, oppure come salsa per innaffiare un pinzimonio di verdure, o ancora nei sandwich, per esempio io ho usato la salsina più piccante (quella con semi di mostarda) in questi che vedete qui sotto, con avocado, hummus e lattuga <3 abbinamento che adoro…

Merendina: sandwich integrale con hummus, lattuga, avocado e vinagrette di kombucha #languorino #avocado #avo #avotoast #avosandwich #sandwich #kombucha #view #whatveganseat #vegan #veganchoice #spuntino

Merendina: sandwich integrale con hummus, lattuga, avocado e vinagrette di kombucha

Salsina kombucha piccante:
-1/2 cup di semi di mostarda;
– 1 cup di aceto di kombucha;
-1/2 cucchiaino di curcuma;
-1 pizzico di sale integrale;
-1/2 spicchio di aglio

Mettere i semi di mostarda nell’aceto di kombucha per almeno 3 giorni (qui dice di lasciarli anche fino a 2 settimane), avendo cura che i semi restino coperti con l’aceto. Trascorso questo tempo, mettere in un mixer, aggiungendo il resto degli ingredienti.
Nel libro consiglia di abbinare questa salsina ai pretzels, io aggiungerei anche le patate al forno, con cui è la morte sua 😉

Salsina vinagrette:
Questa salsina sta particolarmente bene con le insalate, per esempio spinacini freschi e nocciole.

-1 cup di aceto di kombucha;
-1/4 cup acqua;
-1/4 cup sciroppo di riso; (nell’originale è sciroppo d’acero)
-1 pizzico di sale;
-1/2 cipolla rossa;
(una manciata di mirtilli freschi, nell’originale)

Mixare gli ingredienti con un frullatore, finchè lo sciroppo si sarà perfettamente amalgamato.
Questo condimento può essere conservato in frigo fino a 4 giorni.

E voi, come lo abbinereste? Fatemi sapere se provate <3

Avocado toast: 5 ricette veloci

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Cari aficionados, come state?

Oggi vi parlo di una delle mie ultime passioni: l’avocado!
Ho scoperto l’avocado non molto tempo fa, grazie al sushi vegan, per il quale nutro una seria dipendenza. Da poco ho iniziato a prepararlo in casa, e pian pianino mi sto impratichendo coi rotolini, che all’inizio sembravano delle bombe straripanti di riso e verdure, fatte da un bambino di 2 anni, ora si avvicinano sempre più a una forma accettabile! Ci vuole pazienza zen!!!

Curiosando su alcuni blog d’oltreoceano che adoro, tipo love and lemon e quello di Allyson Kramer, sono rimasta attratta dai loro abbinamenti in insalate, zuppe, dolci e panini con l’avocado. Col tempo ho sperimentato diverse ricette, ma il modo in cui mi piace di più mangiarlo in assoluto (oltre al sushi) sono i toast! Velocissimi da assemblare e golosi, mi sembrano un buon compromesso tra cibo sano e preparazione veloce. Così, ecco qui la mia personalissima top 5, che ho pensato di condividere qui con voi.
E a voi, come vi piace mangiare l’avocado?

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Naturally Lean, il nuovo libro di Allyson Kramer, in uscita ad aprile, interamente vegan e senza glutine, a 14,90 $ su Amazon, con in copertina dei toast all’avocado, rapanelli, semi di girasole, finocchietto (o aneto?… comunque, è già entrato nella mia wish list. Di Allyson e del suo precedente libro Gluten free vegan eats, avevo già parlato qui <3

 

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Il 29 marzo uscirà negli States anche il libro di Jeanine Donofrio, autrice del seguitissimo Love and Lemons. Adoro le sue ricette e lo stile pulito delle immagini… e anche questo libro è entrato nella mia wish list (23 $ su Amazon)

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Ma passiamo ora alla mia top 5, come potete vedere si tratta di ricette talmente semplici che quasi non sono ricette, con due opzioni che mi riservo per il periodo estivo, ovvero il toast mediterraneo (ultimo toast in fondo) e quello con il cetriolo marinato piccante:

AVOCADO TOAST CON HUMMUS DI BARBABIETOLA E NOCCIOLE

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INGREDIENTI:
– 2 fette di pane da toast multicereale;
– 50 gr ceci lessati;
– 2 cucchiai di succo di limone;- 1/2 cucchiaino di cumino in polvere;
– 1/2 spicchio di aglio;
– 1 cucchiaio di tahina;
– 2 cucchiani di succo di barbabietola;
– 1 pizzico di sale integrale;
– 1/2 avocado;
– 2 cucchiai di granella di nocciole;

PROCEDIMENTO:
Ho presparato l’hummus mentre il pane si tostava sulla piastra. In un mixer ho frullato i ceci con l’aglio, il limone, il succo di barbabietola, la tahina, il cumino. Ho spalmato il toast con l’hummus, ricoperto poi da uno strato di avocado tagliato a fettine sottili e infine cosparso con la granella di nocciole.

AVOCADO TOAST CON CETRIOLO MARINATO PICCANTE E MAIO VEG

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INGREDIENTI:
– 2 fette di pane da toast multicereale;
– 1/3 di cetriolo, affettato sottilissimo per il lungo (io ho utilizzato un pelapatate);
– 1/2 cucchiaino di peperoncino in polvere;
– il succo di 1/2 limone;
– 1 pizzico di sale integrale;
– olio evo qb;
– 1/2 avocado;
– maionese veg;

PROCEDIMENTO:
Ho tagliato l’avocado a fettine e l’ho messo sul pane precedentemente fatto tostare in padella e cosparso di maionese veg (per autoprodurla: frullate col minipimer a immersione in un bicchierone 1 tazzina di latte di soia e 3 tazzine di olio di semi, aggiunto a filo. Insaporite con 2 cucchiaini di aceto di mele o limone, sale integrale e 1 puntina di senape). A parte ho cosparso il cetriolo con limone, olio, sale e peperoncino e lasciato insaporire qualche minuto. Ho infine aggiunto il cetriolo così insaporito al toast.

AVOCADO TOAST CON TAHINA, LIMONE E PEPE NERO

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INGREDIENTI:
– 2 fette di pane da toast multicereale;
– il succo di 1/2 limone;
– pepe nero a volontà;
– olio evo qb;
– 2 cucchiai abbondanti di tahina;
– 1/2 avocado;

PROCEDIMENTO:
Ho messo il pane a tostare e l’ho spalmato di tahina. Ho tagliato a fettine sottili l’avocado, spruzzato con limone, olio evo, sale e abbondante pepe. Per guarnire ho utilizzato sesamo nero.

AVOCADO TOAST CON MAIS, RUCOLA E SENAPE

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INGREDIENTI:
– 2 fette di pane da toast multicereale;
– olio evo qb;
– 2 cucchiai di mais;
– 1 manciata di foglioline di rucola;
– 2 cucchiai abbondanti di senape di Digione;
– 1/2 avocado

PROCEDIMENTO:
Ho messo a tostare il pane, tagliato a fettine l’avocado e sistemato sul pane dopo averlo spalmato di senape di Digione. Ho condito l’avocado con sale e olio, rucola, mais e qualche semino di sesamo nero per guarnire.

AVOCADO TOAST MEDITERRANEO, CON POMODORINI, ORIGANO E PAN BRUSCHETTATO ALL’AGLIO (ricetta estiva)

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INGREDIENTI:
– 2 fette di pane da toast multicereale;
– olio evo qb;
– qualche pomodorino ciliegino;
– 1 cucchiaino di origano;
– 1 pizzico di sale integrale;
– 1/2 avocado
– 1 spicchio d’aglio;

PROCEDIMENTO:
Ho bruschettato il pane, prima tostandolo in padella, poi sfregandolo con uno spicchietto d’aglio. L’ho poi condito con olio extra vergine e sale, aggiunto l’avocado tagliato a fettine, pomodorini e origano.

***
Questa era la mia personalissima top 5, ma ce ne sono tanti che voglio ancora provare. Qualche esempio?
La versione di Noming Thu Life, con aglio abbrustolito e semi di canapa:

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Una versione invernale pazzerella, quella di Floating Kitchen con finocchio, melograno e cachi:

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La versione speziata di Oh my veggies, con dukkah:

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karantika con cipolle

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Cari aficionados, come state?
Spero di non deludere nessuno degli amici del club dei bradipi, al quale sono abbonata ormai da diverse stagioni, ma ho un annuncio importantissimo da fare: ho iniziato a fare attività sportiva! Buahahah… No dai, sul serio. Ho pensato di condividerlo anche qui, così (forse) sarò più motivata a non abbandonare al secondo tentativo di coordinare braccia e gambe. Perchè aihmè, oltretutto sono tra quelle persone a cui basta mezz’ora di ginnastica per sentirsi già meglio, più magra, più figa, più… e quindi poi mi sento più tutto e mando tutto in vacca. Via di tortazza multistrato farcita di ogni ben di dio, pucciata nel cappuccino con tripla panna veg e spruzzatina di cacao. Se mi leggete da un po’, sapete che io e lo sport siamo due rette parallele che difficilmente si potranno incontrare. Ma ora ho capito perchè: mancava LA MOTIVAZIONE!!! Bene, eccola: ho preso 8 kg in poco più di due mesi. Presi così, senza nemmeno accorgermene, complice un problemino con la tiroide (per fortuna ora sotto controllo..).
Grazie a un’amica però, ho scoperto un allenamento che si può fare comodamente da casa, quello di Tracy Anderson (avete presente Barbie? bene, se si potesse incarnare, sarebbe come lei) che non costa nulla (le lezioni sono su youtube) e che pare funzionare davvero, sia per sfinare, che per aiutare lo smaltimento rotoli. Almeno con Gwyneth Paltrow pare aver fatto miracoli (un attimo: ma lei non era già magrissima anche prima?!?). Vi saprò dire tra un mese se funziona!

Welcome little Sloth finally You find the way thank You @laurie_melia is beautiful #littlesloth #instasloth #sloth #necklace #handmade #happythings #loveyoutothemoon #yellowtreestore

Vi presento il mio inseparabile ciondolo, l’animale con cui più mi identifico per indole e costituzione: il bradipo!!!Se ne sta lì, pacificamente appeso al mio collo, mentre saltello come una pazza davanti allo schermo..


Intanto provo anche questo, una goduria, lo scrub che promette goodbye cellulite, da uno dei miei blog preferiti, worldofwanderlust, a base di caffè, olio di cocco, zucchero integrale e olio di mandorle (solo a scrivere gli ingredienti ingrasso un altro po’).

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Comunque, oltre a raccontarvi un po’ di fatti miei, oggi sono qui anche per condividere una specialità che ho scoperto di recente, grazie al libro Fingerfood vegan, di Martina Cortelazzo, edito da Moka (2015).
Vi parlerò prestissimo di questo libro, nella rubrica Book.it che curo sulla rivista Funny vegan, intanto vi parlo di questa ricetta, la Karantika.

Martina la propone come finger food, servita con olive taggiasche e pomodorini confit (yumm), io qui l’ho preparata con le cipolle, come piatto unico anzichè come aperitivo. Questo piatto di origine algerina, viene tradizionalmente preparato con farina di ceci e uova nell’impasto, e viene di solito abbinata all’harissa, una salsa piccante che si trova nei negozi etnici. La karantika è facilmente veganizzabile, come vedete dagli ingredienti di seguito.

La preparazione è semplice e veloce, ecco gli INGREDIENTI per 4 porzioni, ovvero una teglia rettangolare da 26 x 21 cm:
– 200 gr farina di ceci;
– 400 gr acqua;
– 100 gr tofu;
– 100 gr olio extra vergine;
– 1 cucchiaino di sale integrale;
– 1 cucchiaino di cumino;
– 1 cipolla;
(NB. nell’originale non c’era la cipolla, c’era la farina maizena, 10 gr, che ho omesso e utilizzava il tofu vellutato o silken tofu, che qui fatico a trovare quindi ho usato del tofu in panetti, frullato nel frullatore)

PREPARAZIONE
Ho messo nel frullatore l’acqua, aggiunto la farina di ceci, il tofu e gli altri ingredienti, tranne la cipolla, e frullato fino a ottenere una pastella. L’ho versata in una teglia, da 26 x 21 cm, e aggiunto le cipolle tagliate fini a metà cottura.

In forno, già caldo, a 180° per 40 minuti.

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Cose da salvare in caso di incendio

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Cari aficionados, come state?
Tempo fa in un post avevo promesso una recensione approfondita del libro di Carla Leni, Comfort food vegetale. Alle prese con l’ennesimo trasloco in programma, mi sono trovata a sfogliarlo e pensare che sarebbe tra le cose preziose che salverei in caso d’incendio. Oltre ai gatti, Medora, le piante… 9 traslochi in poco più di 5 anni mi hanno dato la dimensione di ciò che davvero è essenziale, portandomi a viaggiare sempre più leggera. Il libro di Carla senza dubbio lo porto con me, tra i miei ricettari di cucina del cuore!

Ora se vi va vi racconto perchè! E non c’è modo migliore per farlo che sfogliare insieme il libro. Intanto una doverosa premessa. Il curatore di questa collana vegan edita da EIFIS è nientepopo’ di meno che… Manuel Marcuccio! Il mitico Uno Cookbook! Mica uno che passava di lì :-)
Partiamo dalla prima impressione. La scelta della carta mi è piaciuta subito moltissimo, come anche per gli altri libri della collana (per es. quelli dello stesso Uno, di cui avevo parlato qui). Forse per alcuni sarà un dettaglio trascurabile, ma non per me, soprattutto in un libro di ricette.  Mi piace poter contare su una carta spessa, robusta, che può resistere alle ditate di farina, accogliere schizzi di sugo con nonchalance… almeno con i miei libri di ricette capita questo. Se restano immacolati è perchè non li uso. Poi ha un buon odore ‘cartonato’ (eddai, non mi dite che non annusate i libri!).
Altro dettaglio che mi ha colpito è stata la veste grafica, con grande importanza data alle immagini, che risaltano e valorizzano ogni ricetta. In realtà avevo già avuto modo di apprezzare le foto di Carla nel libro di Annalisa Malerba, Erbe spontanee in tavola, dove la nostra Capretta ha curato appunto le immagini. Inoltre è da tempo che seguo il suo blog e mi ha sempre colpito la cura nella presentazione dei piatti. In questo ricettario però mi è piaciuta ancora di più, per come ha saputo aprire le porte di casa sua, con i suoi gatti, gli attrezzi da giardino… mettendo in luce attimi rubati alla sua quotidianità.

Ecco, questo libro, sfogliandolo, racconta moltissimo di Carla; ogni ricetta infatti è accompagnata da racconti di vita, ricordi particolari suscitati da un ingrediente, aneddoti sull’origine di un piatto, facendo luce su una giovane donna che ama la campagna, cucinare, i gatti e tanto altro.

Di questo libro ho già provato diverse ricette, per esempio quella della TORTA DEL BOSCO, di cui ho condiviso ieri la foto su instagram e FB :-) In tanti mi avete chiesto da dove era presa, così eccovi accontentati!!

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Ed eccola, nel breve istante in cui era ancora integra…

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Le ricette sono suddivise in:
COLAZIONI
INSALATE
ZUPPE
PRIMI PIATTI
SECONDI
CONTORNI
PANINI E SNACK
SALSE
DOLCI
BEVANDE

Per un totale di circa 100 ricette vegetali.
E voi, ne avete già addocchiata qualcuna?
Quali sono i vostri ricettari veg preferiti?

SORGO CON PORRI, UVETTA, CANNELLA E NOCCIOLE

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Cari aficionados, oggi vi voglio raccontare l’origine di questo particolare modo di rivolgervi a voi amici… eheheh! E’ tutta ‘colpa’ di un libro che ho letto durante la mia adolescenza… (attimino di suspence!)

…sto parlando di Bastogne, di Enrico Brizzi. Qualcuno di voi lo conosce? Di quel libro mi è rimasto impresso il Cousin Jerry, personaggio alquanto discutibile, ma di indubbio carisma; le ‘meravigliose’, ovvero il modo affettuoso con cui chiamava le sue sigarette, e infine il modo originale dell’io narrante di rivolgersi ai lettori, con ‘cari aficionados’. Ecco svelato il mistero 😉 Per chi è degli anni ’80 e ha letto Jack Frusciante è uscito dal gruppo, probabilmente ha subìto il mio stesso elettroshok culturale (ma vi ricordate il film con Stefano Accorsi?) e già aveva intuito…

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Comunque, valigie alla mano, visto che mi sto preparando a un weekend di corsi e presentazioni (più sotto trovate date esatte e luoghi!), oggi sono qui per condividere con voi una ricetta! Non risale a molto tempo fa la mia scoperta del sorgo. Lo conoscete? Si tratta di un cereale senza glutine, che ha un sapore molto delicato, per nulla invadente (molto diverso per intenderci dal grano saraceno, che non mi fa impazzire, a meno che non sia crudo!). Inoltre, pur avendolo acquistato in un negozio biologico, l’ho trovato piuttosto economico, 1,80 euro per 500 gr (altro punto a suo favore!). Insomma, ma com’è una volta cotto? Devo dire che l’ho provato in minestre, zuppe oppure ‘asciutto’, condito con un po’ di miso, oppure risottato con la zucca e i ceci o altri abbinamenti che solitamente uso con il riso. Lo trovo eccezionale, versatile, perchè i chicchi restano belli compatti (ho provato due marche diverse per ora) e mi piace anche freddo, tipo insalata di riso! Questa versione con i porri, nocciole, cannella e uvetta è nata un po’ per caso, combinando ingredienti ‘supertisti’ rimasti in frigo prima della mia partenza, e devo dire che mi ha conquistata!

Può essere l’idea per un primo piatto del menù pasquale che accontenta tutti, visto che oltre a essere vegan è anche senza glutine :-)

INGREDIENTI

(per due persone)

– 350 gr di sorgo integrale bio;
– 1 porro bio;
– 1 patata media bio;-2 cucchiai di uvette essiccate bio;
-2 cucchiai di nocciole non tostate bio;
– olio evo q.b;
-1 cucchiaino di cannella;
– sale integrale q.b

Ho messo il sorgo in acqua a cuocere, come da indicazione della confezione, per 45 minuti (perchè integrale, mentre se lo prendete bianco, bastano appena 15 minuti!).
Nel frattempo ho messo la patata a lessare. A parte, in un padellino antiaderente, ho messo due cucchiai d’olio, il sale integrale, aggiunto il porro ben lavato e tagliato a rondelle, le uvette. Ho aspettato che il porro fosse appassito, poi ho spento il fuoco e tenuto da parte qualche uvetta e rondella di porro, un po’ per guarnire e un po’ insaporire il sorgo una volta scolato.
Quando la patata si è lessata e il porro e le uvette si sono ammorbiditi, li ho frullati insieme, fino a ottenere una cremina, cui ho aggiunto una spolverata di cannella.
Ho scolato il sorgo e passato in padella con il porro e le uvette che avevo tenuto da parte, aggiungendo qualche nocciola. Per impiattare, con un cucchiaio ho sistemato sul fondo del piatto la cremina di porri, uvette e cannella, poi ho aggiunto sopra il sorgo, dandogli la forma con un coppapasta. Ho guarnito con porri, uvette e nocciole che avevo messo da parte.
Ed ecco il risultato…

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E a voi piace il sorgo, come lo cucinate?
Buon appetito!!

***

Prima di salutarvi però, vi ricordo gli appuntamenti di cui vi accennavo all’inizio di questo post :-) Spero tanto di riuscire a incontrarvi almeno in una di queste occasioni!

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Sabato mi trovate alla fiera Fa’ la cosa giusta, a Milano, dalle 12.00 alle 13.00!

Perché le famiglie vegan sono sempre “famiglie allargate”? La psicoterapeuta Annamaria Manzoni e la blogger Lucia Valentina Nonna della Balenavolante duettano spiegandoci perché la scelta vegan fa bene a tutti: rende più consapevoli i genitori, più fiduciosi e sereni i bambini, più partecipi gli animali e, infine, quando la vita si rivela centrifuga: la scelta vegan può anche rinsaldare i legami.

Con: Annamaria Manzoni e Lucia Valentina Nonna

A cura diPagine Vegan, il portale italiano delle realtà vegan al lavoro. Una sorta di “pagine gialle” che uniscono all’informazione commerciale la cultura e l’attivismo.

Partecipazione: gratuita
Per info e prenotazioni: non occorre prenotare

***

Lunedì 21 marzo ci vediamo a Lecco, o meglio, a Costamasnaga, per una presentazione del Diario di una famiglia vegan e a seguire mini laboratorio base di cucina vegan! Non vedo l’ora di cucinare insieme a voi!! Ho in mente tante ghiotte sorprese!

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